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“Buonasera, ed è una bella sera!”: è un Leonardo Semplici davvero entusiasta quello che si è presentato in sala stampa al termine della partita con la Sampdoria che ha sancito la salvezza in serie A. Tanti i ringraziamenti, poche le indicazioni sul futuro, ma anche l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

Se il presidente ha detto che continuare o meno a Ferrara dipende solo da me è una cosa che mi fa davvero piacere, ma i matrimoni si fanno in due e vedremo cosa succederà. Ora pensiamo alla festa che è il coronamento di un cammino storico. Con questa società abbiamo anche vinto dei campionati, ma questa salvezza, più che uno scudetto, ha il valore di una Champions League per il budget con cui siamo partiti e le difficoltà che abbiamo incontrato durante l’anno. Sicuramente è il risultato più bello nella mia piccola carriera, all’inizio della quale non avrei pensato di poter raggiungere livelli simili. Io non ho mai avuto paura che non ce la facessimo, forse altri sì, perché conoscevo l’aspetto morale dei miei giocatori. Bisognava fare un percorso di crescita visto che molti erano esordienti e la cosa che mi ha reso più orgoglioso è stata il modo in cui il gruppo si è unito, anche con l’allenatore, dopo la vittoria di Crotone. Insieme ai risultati, è la cosa che mi riempie più di soddisfazione. Ferrara ormai è casa mia, sono cresciuto in questi tre anni sia come uomo che come professionista. Vi ricordate tutti com’erano le cose al mio arrivo, c’erano milleduecento persone che ci contestavano, poi insieme al presidente, al direttore e a tutto lo staff siamo riusciti a creare la situazione attuale, con uno stadio sempre pieno, anche di donne e bambini. Credo sia un lavoro che meriti di essere incrementato in futuro“.

E’ ormai alle spalle il delicato momento vissuto dal tecnico a febbraio, quando dopo Napoli sembrava che il suo futuro potesse essere lontano da Ferrara: “Il momento peggiore personalmente è stato quando il mio nome è uscito tra i possibili esonerati. Non è stato un periodo facile, sinceramente, ma devo ringraziare il mio staff che mi è stato molto vicino in quei giorni e mi ha permesso di superare la cosa. Le critiche costruttive le ho sempre accettate perché penso che quattro occhi vedano meglio di due. Sapevamo delle difficoltà che potevamo avere, ho sempre cercato di andare avanti per la mia strada, rispettando tutti, mentre forse qualcuno ha rispettato meno me, ma con l’unità di tutti abbiamo raggiunto quello che è un vero miracolo sportivo. Il gruppo storico è stato importante nell’aiutarmi a trasmettere i nostri valori e la mia idea di calcio, ma il mio ringraziamento va anche, e soprattutto, a chi ha giocato meno ma si è sempre allenato con grande professionalità, permettendoci di fare allenamenti sempre di grande livello. Io e il mio staff siamo orgogliosi di aver allenato questi uomini”.

Ma cosa c’è di Semplici in questa salvezza? “Sicuramente c’è tanto. Nel senso che ho cercato di non farmi mai condizionare da tante chiacchiere e tanti risultati negativi che erano normali in un percorso difficile come il nostro. Sono sempre stato consapevole di questo aspetto e ho cercato di proteggere i miei giocatori mettendoci la faccia per trasmettere serenità e forza, credendo a quelle che erano le mie idee e soprattutto alle loro qualità, e credo che questo sia stato un ingrediente determinante per arrivare fino in fondo“.



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