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Reggiana-SPAL (37^ giornata di serie B) è finita 1-2, ma oltre al risultato com’è andata? Vediamolo nel dettaglio con un’analisi approfondita.

L’AVVERSARIO
Con l’obbligo della vittoria per continuare a credere nella salvezza, la squadra di mister Alvini cambia totalmente rispetto al 4-2-3-1 visto contro il Pescara nel turno precedente. Rinuncia forzata causa infortunio al capocannoniere Mazzocchi (7 reti in 29 partite), il peso dell’attacco resta sul trequartista Radrezza. Confermato dopo la promozione dell’anno scorso, si è dimostrato imprescindibile anche al piano superiore. Per lui 3 gol e 5 assist in 34 partite. Partono dalla panchina due elementi sulla carta importanti per la categoria come Laribi e Ardemagni, giocatori che nelle tante difficoltà non sono riusciti a trascinare i compagni. Per loro un bottino complessivo di 3 gol e 4 assist. Curiosità statistica incoraggiante per la SPAL: alla 36^ giornata i granata con 20 sconfitte sono infatti la seconda squadra più battuta della serie BKT, dietro solo a Virtus Entella (21).

Formazione
5-3-1-1
Venturi;
Libutti (69’ Laribi), Espeche, Rozzio, Martinelli (83’ Muratore), Lunetta (24’ Kirwan);
Varone, Rossi, Del Pinto (46’ Cambiaghi);
Radrezza;
Zamparo (69’ Ardemagni).

LA SPAL
Così come per gli avversari la formazione è rivoluzionata rispetto all’impegno precedente. Sono infatti solo quattro i reduci dalla partita contro il Frosinone. Chance in porta per Demba Thiam, titolare l’ultima volta alla 27^ contro il Pescara. La difesa a cinque viene riproposta con l’arretramento di Sernicola e le conferme di Okoli e Ranieri, mentre Dickmann a destra e Sala a sinistra completano il reparto. A centrocampo agiscono stretti Segre, Esposito e Murgia, mentre davanti Paloschi e Asencio si dividono i compiti in fase offensiva.

Formazione
5-3-1-1
Thiam;
Dickmann, Sernicola (66’ Tomovic), Okoli, Ranieri, Sala;
Segre, Esposito, Murgia (46’ Mora);
Asencio (76’ Floccari);
Paloschi (46’ Strefezza).

LA PARTITA
Alla fine le statistiche evidenziano una prestazione generosa da parte della Reggiana, che essendosi trovata in svantaggio per buona parte della partita ha dovuto prendere l’iniziativa alla ricerca del pareggio. Il numero di fuorigioco dà l’idea di come i padroni di casa abbiano provato a sviluppare il gioco molto più direttamente, con Okoli sempre efficace su Zamparo, lasciato molte volte ad attaccare la profondità da solo. La SPAL invece ha preparato la gara cercando di sfruttare i cross di Dickmann e Sala, affondando con Paloschi e Asencio solo in area avversaria (nessun fuorigioco fischiato). La realtà è che nella seconda metà di gioco gli spallini si sono dovuti più preoccupare più di contenere la reazione della Reggiana, accontentandosi talvolta di interrompere la fase offensiva avversaria allontanando il pallone. Ne è derivata una fase molto frammentata, con molte seconde palle e con ridotti tempi di gioco effettivo, basti pensare ad esempio a Brescia-SPAL con rispettivamente 48:45 e 43:21 alla voce possesso palla.

Nel primo tempo, con entrambe le squadre che sul possesso palla avversario effettuavano una pressione moderata, la SPAL ha sempre cercato di costruire dal basso avanzando con i terzi di difesa. Mentre Esposito in posizione centrale arretrava attirando su di sé la pressione avversaria, lateralmente Sernicola e Ranieri avevano spazio per condurre fino quasi a centrocampo, dove trovavano l’uscita degli interni avversari. In questa situazione in fase di sviluppo, ad inizio gara la scelta ricorrente era cercare un passaggio in zona centrale per uno tra Asencio e Paloschi, pronti ad abbassarsi a turno sulla trequarti, per poi aprire il gioco sugli esterni.

Con il passare dei minuti la SPAL ha poi modificato il piano di gioco, cercando di utilizzare meno la zona centrale in fase di sviluppo, proponendo passaggi lungo la linea laterale e costringendo le stesse punte a proporsi più in ampiezza. Ciò è stato dovuto forse alla paura della perdita del pallone: nel fotogramma seguente Murgia sceglie di tornare indietro su Esposito, che a sua volta perde il pallone a contrasto (pressione vicina), dando il via ad una transizione positiva che porta Radrezza a concludere da dentro l’area impegnando Thiam. Nel secondo tempo la strategia in fase di costruzione cambia ulteriormente, con l’utilizzo di lanci lunghi per saltare direttamente allo sviluppo, cercando di conquistare il pallone più avanti possibile. Al contrario di quanto fatto nei primi 45’ il portiere non si rende più protagonista di alcuna rimessa dal fondo corta, invitando la difesa ad avanzare.

Come l’avversario, anche la SPAL ha avuto un approccio prudente in fase di non possesso, attendendo l’avversario fino a poco oltre la metà campo. Su palla chiusa si è assistito sporadicamente a pressioni organizzate, quanto più ad uscite dei singoli sul diretto avversario, che spesso hanno commesso fallo. Al 13’ in una delle poche occasioni in cui la risalita è stata coordinata e aggressiva come in foto, Asencio anticipando in area il portiere avversario Venturi colpisce il palo da posizione defilata.

La Reggiana ha alternato a diverse verticalizzazioni in zona centrale, un buon lavoro anche sulle catene laterali. In vari frangenti i terzi di difesa spallini sono stati attirati fuori linea lasciando sguarnito lo spazio alle spalle, costringendo Sala e Dickmann alla copertura. In questa immagine Ranieri viene scavalcato dal pallone dopo essere uscito sull’interno di centrocampo avversario.

Mentre in quest’altra immagine nel finale di partita si vede Tomovic (subentrato al posto dell’ammonito Sernicola) seguire a metà lo smarcamento di Cambiaghi che riceve da solo e mette in mezzo un pallone che Ardemagni dall’interno dell’area piccola non riesce a deviare in porta.

Dopo il vantaggio iniziale grazie al calcio di punizione di Esposito, la SPAL viene momentaneamente raggiunta sul pareggio dal gol di Varone. Viene in questo caso premiato il lavoro già citato sulle catene laterali, nonché la maggior intraprendenza della Reggiana: in questo caso ad inizio azione si può notare la sovrapposizione esterna del difensore Espeche. Il primo è un passaggio rasoterra per l’inserimento di Cambiaghi: Mora a contrasto riesce a liberare l’area, ma è proprio il difensore granata che in proiezione offensiva restituisce a Libutti che si ritrova libero di crossare e rimette il pallone in area per il gol.

Il gol del definitivo 1-2 è di Strefezza che porta alla luce ancora una volta (come in occasione del vantaggio di Esposito) la qualità dei singoli. Il brasiliano della SPAL trasforma una palla chiusa in zona laterale in un’occasione per concludere in porta di sinistro, dopo aver aggirato cinque avversari convergendo verso il centro. Per modalità e soprattutto posizione pressoché identica ricorda in maniera inequivocabile proprio l’ultimo gol segnato contro il Brescia, qui sotto confrontati.

SPAL IN POSSESSO PALLA
3-5-2
In possesso palla Dickmann a destra e Sala a sinistra salgono per dare massima ampiezza in fase di sviluppo, pronti a ricevere un’apertura improvvisa da una delle due punte o un cambio di gioco. Esposito ricompone la linea di centrocampo dopo aver coperto i terzi di difesa durante la costruzione. Nonostante sul giro palla avversario siano gli interni di parte (Segre e Murgia) a dover uscire lateralmente, quando intravede una possibilità di recuperare il possesso non esita ad aggredire con veemenza gli avversari uscendo da posizione centrale. Nel corso del primo tempo entrambe le punte a turno sono venute incontro alla palla all’altezza della trequarti, salvo poi passare il compito a Strefezza con il suo ingresso ad inizio secondo tempo.

SPAL IN NON POSSESSO PALLA
5-3-1-1
La scelta è di gestire la gara senza concedere spazi alla Reggiana oltre la trequarti offensiva, occupando tutta l’ampiezza con una linea di cinque uomini. Per cercare di provocare la rottura delle linee spalline gli avversari hanno mantenuto molto il possesso provando a giocare tra le linee. In una di queste occasioni si può apprezzare come Dickmann abbia scalato centralmente al posto di Sernicola, che in transizione difensiva aveva mancato la riconquista del pallone.

Sergio Restano ha trent’anni, è allenatore UEFA C e ha la qualifica di match analyst professionista.



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