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Reggina-SPAL (4^ giornata di serie B) è finita 2-1, ma oltre al risultato com’è andata? Vediamolo nel dettaglio con un’analisi approfondita.

L’AVVERSARIO
La Reggina ha chiuso la stagione precedente al decimo posto con soli tre punti di distacco dalla SPAL e ha scelto di dare continuità al progetto tecnico con innesti mirati per consolidare una rosa che sulla carta poteva già ambire alla zona play-off. Anche l’approccio del neo tecnico Alfredo Aglietti è stato uniforme a quello societario: ha deciso infatti di ripartire dal 1-4-2-3-1 proposto dal suo predecessore Baroni, subentrato a metà della scorsa stagione. Scelte che sembrano ripagate in questo inizio di campionato, visto che gli amaranto sono ancora imbattuti.

Contro la SPAL tra gli undici titolari, al netto dell’importante assenza di Ménez, hanno incluso solo quattro giocatori provenienti dall’ultimo mercato.
il portiere Micai (Salernitana);
il mediano Hetemaj (Benevento);
il trequartista destro Ricci (Sassuolo);
la punta Galabinov (Spezia).

Formazione
1-4-2-3-1
Micai;
Lakicevic, Cionek, Stavropoulos, Di Chiara (88′ Liotti);
Crisetig, Hetemaj (81′ Bianchi);
Ricci (63′ Cortinovis), Bellomo, Rivas (81′ Laribi);
Galabinov (63′ Montalto).
All. Alfredo Aglietti

LA SPAL
Per ovvie ragioni la SPAL si contrappone invece con un organico profondamento rinnovato, ma con una fisionomia ed un’identità di gioco già ben delineate. Clotet non rinuncia infatti allo stesso 1-4-2-3-1 ed opta solo per due cambi rispetto alla formazione della sfida contro il Monza: Spaltro esordisce da titolare come quarto di destra al posto dell’infortunato Dickmann e Crociata viene schierato al posto di Demba Seck.

Formazione
1-4-2-3-1
Thiam;
Spaltro (64′ Peda), Vicari, Capradossi, Tripaldelli (82′ Celia);
Esposito (55′ Da Riva), Viviani;
Latte Lath (64′ Seck), Mancosu, Crociata (82′ D’Orazio);
Colombo
All. Pep Clotet

LA PARTITA
La SPAL, come dichiarato da Clotet alla vigilia, non vuole impostare una partita diversa a seconda che l’impegno sia casalingo oppure in trasferta. Purtroppo in questo senso la Reggina non era l’avversario migliore per certificare la crescita della truppa. Due squadre molto simili ma con nomi importanti per la categoria e automatismi già rinsaldati a favore dei padroni di casa. In linea di massima si può dire che la pazienza e scaltrezza nello sfruttare gli errori altrui abbia alla fine premiato proprio la Reggina.

Sebbene alla voce tiri e possesso palla la differenza possa risultare tutt’altro che significativa, è il rapporto palle perse/recuperate ad aver indirizzato in maniera netta l’incontro. La Reggina è riuscita a crearsi le occasioni gol più nitide in seguito a numerosi errori di costruzione avversari. Questi errori sono derivati spesso dal voler uscire velocemente da questa fase senza aver creato una vera e propria superiorità numerica, o comunque la ricerca chiara di spazi da sfruttare.

Il consueto pressing alto dei biancazzurri non si è effettivamente tradotto in palloni conquistati tali da poter concretizzare subito eventuali transizioni positive. Anzi, una volta eluso, ha consentito alla Reggina di attaccare a palla aperta soprattutto la corsia di destra difesa dalla SPAL. La catena formata da Di Chiara e Rivas è stata molto più utilizzata in fase offensiva, al contrario di quella opposta tra Lakicevic e Ricci. Nella foto sotto si può notare come proprio Di Chiara riesca a servire Rivas che taglia alle spalle di Spaltro, con un passaggio rasoterra che ha superato tre linee di pressione. Sugli sviluppi di questa azione la Reggina si procura il calcio d’angolo che frutterà poi il gol del vantaggio.

Al contrario di una settimana prima è infatti la SPAL a subire gol in avvio. Il calcio d’angolo viene battuto corto cercando Thiago Cionek sul primo palo, su una situazione sicuramente codificata, in cui per Spaltro è stato impossibile seguire il diretto avversario se non aggirando il blocco. Infatti dopo il colpo di testa di Cionek verso la porta, è stato lo stesso Spaltro a deviare in maniera fortunosa il pallone su cui Hetemaj è stato poi il più veloce a raccogliere e concludere in porta.

La Reggina ha continuato a creare apprensione nella retroguardia spallina sfruttando il mismatch nel duello tra Rivas e Spaltro che (nell’immagine seguente) seguendo un taglio esterno lascia in gioco Galabinov al centro, mentre il resto della difesa lavora bene in linea. Sul successivo controllo dell’attaccante granata arriva una conclusione sul secondo palo deviata lateralmente da Thiam, senza che Rivas riesca poi ad approfittarne.

La densità che la SPAL mantiene a ridosso della linea difensiva avversaria è sempre significativa, anche se il possesso organizzato in fase di sviluppo non la sfrutta attraverso delle vere e proprie trame riconoscibili. Il pareggio realizzato su rigore da Esposito nasce da una veloce ripresa del gioco in seguito ad un fuorigioco: qui viene servito Spaltro bravo a proporsi sulla corsia laterale, la palla giunge a Mancosu che dopo una prima conclusione subisce fallo da Stavropoulos nel tentativo di liberare l’area.

Altra situazione da analizzare. Una ripresa del gioco dal fondo inusuale da parte della Reggina. Il portiere Micai, per sottrarsi al pressing della SPAL, decide di rinviare lungo senza che, come solitamente accade, la squadra sia corta e con una densità creata appositamente nella zona di ricezione. In questo caso la SPAL non ha avuto tempo di arretrare le proprie linee di pressione, mentre gli avversari sono riusciti a ricevere e controllare il pallone all’altezza del centrocampo, guadagnando una rimessa laterale poco oltre.

Anche nella ripresa la SPAL ha faticato a costruire dal basso. Sin da subito infatti si sono persi diversi possessi cercando soluzioni che permettessero di uscire dal pressing anche dove gli avversari erano in superiorità. Un esempio si trova nell’immagine seguente, con Crisetig che, su tentativo di passaggio di Viviani, intercetta agevolmente il pallone senza che poi si riesca a concretizzare una transizione offensiva avviata in zona pericolosa.

La SPAL ha utilizzato soprattutto il lato destro, stesso attaccato principalmente dagli avversari, cercando attraverso delle rotazioni prima (Colombo laterale e Latte Lath centrale) e delle sostituzioni poi (Da Riva, Seck e Peda), di aumentare la percentuale di duelli vinti in base alle caratteristiche dei giocatori.

La rete che indirizza definitivamente il risultato nasce proprio da un’ulteriore palla persa in costruzione e ancora sulla destra, questa volta con la ripresa del gioco su una punizione per fallo di mano di Montalto. Crociata dal lato opposto viene a ricevere palla in mezzo alla pressione avversaria e tenta un passaggio lungolinea destinato a Da Riva, ma Rivas è sulla traiettoria del pallone che una volta intercettato viene appoggiato a Cortinovis che a sua volta serve l’assist del 2-1 proprio a Montalto.

SPAL IN POSSESSO PALLA
1-4-2-4
A differenza di altre partite si è riusciti a ricorrere meno alle catene laterali per sviluppare il possesso: i quarti di difesa Spaltro e Tripaldelli sono rimasti più bloccati. Con meno collaborazione anche gli stessi Latte Lath e Crociata hanno faticato ad essere serviti, cercando di beneficiare della vicinanza di Colombo e Mancosu per le seconde palle. Ad inizio secondo tempo, lo stesso Colombo è stato impiegato più decentrato sulla destra anche dopo l’ingresso in campo di Seck, ma la costante della linea d’attacco spallina è sempre l’attacco alla profondità partendo da dietro da parte di Mancosu. A volte è mancata precisione nel servire i suoi inserimenti centrali, come ad esempio al 59’ (ancora 1-1) quando Da Riva ha tentato invece un cambio di gioco verso Crociata, finito direttamente in fallo laterale.

SPAL IN NON POSSESSO PALLA
1-4-1-3-2
L’aggressività nel portare il pressing il più alto possibile non è mancata alla SPAL, contraddistinta anche talvolta da tentativi d’attaccare il portiere avversario. Anche se la struttura con cui i giocatori si dispongono viene rotta, nel momento in cui si tenta il pressing uomo su uomo tocca a uno dei due mediani avanzare sulla linea dei trequartisti per coprire meglio l’ampiezza in zona alta.


Sergio Restano ha 31 anni, è allenatore UEFA B e ha la qualifica di match analyst professionista.



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