foto Filippo Rubin
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Giuseppe Rossi è stato il protagonista della puntata n. 179 di The Italian Football Podcast, un podcast americano dedicato al calcio italiano realizzato da John Solano, Nima Tavallaey Roodsari e Carlo Garganese. A settembre aveva ospitato Joe Tacopina in occasione della puntata n. 155 e in quella occasione la nostra redazione realizzò un piccolo riassunto.

La chiacchierata di quasi 45 minuti coi conduttori ha incluso molti argomenti diversi, ovviamente inerenti la carriera di Rossi, ma i primi 11 minuti sono stati dedicati integralmente al tema SPAL. Per ascoltare la versione integrale è necessario sottoscrivere un abbonamento del costo di 3 euro.

AMBIENTAMENTO – “Finora quella a Ferrara è stata una grandissima esperienza, sto scoprendo la città che conoscevo pochissimo e in cui la gente ha una passione enorme per la propria squadra. In tutte le partite l’incitamento è costante a prescindere dal risultato ed è davvero una bella sensazione“.

IL RAPPORTO COL PRESIDENTE – “Conosco Tacopina dai tempi in cui era il proprietario del Venezia e quando ho saputo che aveva acquistato la SPAL abbiamo fatto una chiacchierata. In quella occasione ho avuto conferma del suo entusiasmo per il progetto che stava mettendo in piedi. Mi piacciono le persone dotate del suo carisma e della sua passione e penso sia la persona giusta per questo tipo di società. È un presidente che ama farsi coinvolgere nelle attività della squadra e vuole essere sempre molto vicino ai giocatori. Penso che questo aiuti tutti ad avere una motivazione extra. Molti proprietari comprano la squadra e poi delegano tutto quanto, quasi disinteressandosi delle sue vicende e magari i giocatori neanche hanno idea di che faccia abbiano. Joe invece è sempre molto presente col suo carisma e questo trasmette molta energia“.

TEMPO PERDUTO – “Non ho mai voluto pensare al ritiro, è proprio una cosa che mi spaventa. Nella mia testa l’età non è un problema: mi sento ancora giovane, nella testa e nel fisico. Ho perso quattro anni di carriera a causa degli infortuni, per cui sento di avere ancora tanto da dare. Ho ancora fame e voglia di giocare. Non credo di dover dimostrare niente agli altri perché ho già fatto tanto in passato. Quella attuale è più una sfida che sto facendo con me stesso: quella di chi vuole continuare a migliorare e vivere il sogno di fare il calciatore. Tutto questo è iniziato grazie alla mia famiglia e voglio continuare a farli sorridere, ma soprattutto farli sentire orgogliosi di me“.

RITORNO AL GOL – “Sono stato fortunato a fare gol immediatamente, è stata una liberazione perché questa sensazione mi mancava molto. Per me è stata anche la dimostrazione del fatto che se lavori duramente e credi in te stesso puoi superare momenti difficili. Quando si incontrano degli ostacoli è molto facile perdere fiducia, ma non è mai stato il mio caso. Sono molto felice di questo e oggi la mia attenzione è concentrata sull’aiutare la SPAL a conquistare i tre punti in ogni partita per arrivare all’obiettivo finale. La squadra è molto giovane e sta crescendo. L’allenatore sta facendo un ottimo lavoro nel creare un’identità forte e dobbiamo continuare su questa strada“.

COLOMBO – “Lorenzo è veramente un giocatore forte. Lo sto conoscendo meglio e lo trovo un ragazzo molto umile che vuole darsi da fare per migliorare. È curioso e fa domande agli altri allo scopo di imparare. È una qualità molto sottovalutata e che io apprezzo molto. Essendo giovane il suo talento è un po’ grezzo, ma col tempo avrà modo di sviluppare tutto il potenziale che ha“.

NAZIONALE – “Forse il ricordo migliore della mia esperienza con la nazionale italiana è la doppietta segnata contro gli Stati Uniti (Confederations Cup 2009, ndr) che mi è costata un po’ di ostilità da parte dei tifosi americani. Però in generale indossare la maglia azzurra è qualcosa di speciale, un sogno che diventa realtà, perché rappresenti un’intera nazione che adora il calcio. Averlo fatto trenta volte con la consapevolezza che avrebbero potute essere di più è comunque un dono che mi tengo stretto. Mi piace pensare di poter tornare a vestire quella maglia un giorno e non sarò certo io a chiamarmi fuori. Però la mia filosofia è quella di guardare al giorno dopo e non più in là: quindi al momento sono concentrato sul fare buoni allenamenti e di aiutare la SPAL in campionato“.

ATTESA – “Stare lontano dal campo per un anno mi ha permesso di dedicarmi un po’ al ristorante di famiglia: mi piaceva l’idea di creare un ritrovo per famiglie, di quelli in cui si va tutti insieme alla domenica per stare insieme e chiacchierare. Ci lavorano mia mamma, mia sorella e mio zio che è anche il proprietario e lo chef. Ovviamente la pizza con l’ananas è rigorosamente bandita (ride, ndr). Nel frattempo ho anche avuto una figlia e quindi ho fatto il papà ed è un’esperienza meravigliosa“.



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