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Il pareggio tra SPAL e Crotone e il conseguente peggioramento della classifica ha innescato un’altra ondata di cattivi pensieri nell’opinione pubblica, soprattutto per la mancanza di interventi pubblici dei dirigenti sui media.

Così il club ha pensato di mettere una pezza con un incontro tra il direttore generale Andrea Gazzoli e i rappresentanti della stampa ferrarese: “Se non parla il presidente la società sembra assente, ma non è così. Quando Tacopina è a Ferrara si relazione molto volentieri con i media e lo fa anche quando è negli Stati Uniti, con modalità spesso informali che fanno parte del suo modo di intendere i rapporti. Tra le altre cose anche la comunicazione interna è molto vivace e quindi quest’idea per la quale alla SPAL non si lavora se non c’è Tacopina non sta proprio in piedi. I programmi ci sono e vengono portati avanti, a prescindere da quanto accade sul campo“.

IDEE E RISORSE – “Fin dal momento del suo arrivo Tacopina ha portato molte idee, sia per la parte sportiva, sia per quella infrastrutturale. Ci sono progetti precisi e articolati che riguardano prima squadra, settore giovanile, settore femminile e Accademia SPAL. Il tutto nonostante l’ulteriore problema allo stadio in questa stagione abbia imposto una spesa di 900mila euro interamente a carico della proprietà. In certe analisi si sottovaluta questo elemento, ma si parla di un ordine di grandezza non certo trascurabile per una società di serie B. Con una cifra del genere ci si può comprare un calciatore importante, giusto per fare un esempio. La speranza è di riuscire a recuperare in futuro quella cifra, ma al momento non ci sono certezze al riguardo“.

BILANCIO – “A breve ci sarà l’approvazione del bilancio 2021 (sull’anno solare) e rispetto ai bilanci precedenti contiene numeri molto lontani da quelli degli ultimi tre anni, almeno in termini di ordine di grandezza. Non potrebbe essere diversamente visto che venivamo dalla serie A. Credo che una volta reso noto contribuirà a fornire una visione adeguata della fase che stiamo vivendo“.

STRUTTURE – “Tra le cose alle quali stiamo lavorando c’è l’ampliamento del convitto SPAL per ricevere ancora più ragazzi da fuori (ora sono 67, ndr), perché vogliamo mantenere l’afflusso di calciatori e continuare a consolidare il settore giovanile. Sono in corso degli studi sulla tribuna dello stadio Paolo Mazza, perché quello è l’unico settore sul quale non sono stati fatti interventi significativi negli ultimi anni e la copertura risale agli anni Settanta. Tra i vari scenari potrebbe anche esserci quello di una completa ricostruzione. Ma, va sottolineato, siamo davvero alle fasi preliminari di studio. Vorremmo anche riorganizzare altri spazi interni e mettere ulteriormente mano al centro sportivo ‘G.B. Fabbri’, per esempio migliorando la sua efficienza energetica. Le convenzioni (per stadio e centro sportivo) fino al 2037 ci permettono di aver un buon margine per continuare ad avere strutture moderne e che aiutino la SPAL a rimanere a un certo livello“.

IDEE A LUNGO TERMINE – “Spiace che da certe dichiarazioni di Tacopina sia passata l’idea che il suo sia un progetto del tipo ‘O la va o la spacca’, perché non è così. Il presidente è molto ambizioso e vuole la serie A, preferibilmente appena possibile, ma questo non significa che sia pronto ad abbandonare la SPAL nel caso le cose non vadano come spera. C’è invece una progettualità condivisa che contempla vari scenari, dal migliore al peggiore. Una società dovrebbe sempre lavorare così e farsi trovare pronta. Per questo speriamo di essere in grado di farci trovare pronti quando ci saranno le condizioni per realizzare ciò che il presidente ha in mente. Lui e tutti gli altri componenti della società sono del pensiero che gli investimenti portino sempre benefici. Il tesoro della SPAL sono le strutture, i tifosi, il territorio e la componente umana. Finora è stato fatto un buon lavoro nel mettere al riparo la società da scenari brutti e mi sento di dire che qui, per il tipo di asset presenti, una qualunque proprietà potrebbe arrivare, girare la chiave e iniziare a fare calcio. Non è scontato in una categoria nella quale ci sono squadre che fanno fatica ad avere un campo da allenamento“.

FIDUCIA – “Forza e progettualità della nuova proprietà sono quelle a prescindere. Non comunicare le cose non implica necessariamente che non si stiano facendo. Il risultato sportivo determina una parte della storia e qui siamo tutti convinti che se tutte le componenti daranno il 100% il futuro della SPAL sarà solido. I giocatori lo sanno, così come sanno che abbiamo fiducia in loro in relazione all’obiettivo della salvezza“.

PIANO B (OVVERO C) – “In un cassetto c’è una cartellina rossa, chiamiamola così, che contiene il piano in caso di emergenza. Sarebbe folle non averlo. Ma mi sento di rassicurare tutti quelli che immaginano chissà quali scossoni. Ovviamente non vorrei doverci pensare e non lo farò fino a quando non sarà davvero il momento. Però, ribadisco, se tutti faremo le cose fatte bene non ce ne sarà il bisogno“.

EQUILIBRIO – “Due mesi fa non eravamo salvi, oggi non siamo retrocessi. Non più tardi della settimana scorsa capitava di leggere analisi che parlavano di salvezza acquisita e di interventi da fare sul mercato per la prossima stagione. Ma fino a che non c’è il risultato sportivo acquisito non si può dare nulla per scontato, è una delle costanti di questo sport. Certo, capisco che la tendenza a guardare oltre questa stagione derivi anche da certe considerazioni del presidente. Ma quando lui parla della sua visione lo fa con lo spirito di chi vuole fissare un obiettivo e arrivarci. Tradotto: ‘Quando ci saranno le condizioni ci lavoreremo’. Il concetto invece è stato un po’ travisato, almeno a mio giudizio“.

foto Filippo Rubin

JOE L’OTTIMISTA – “Tacopina ha un certo tipo di visione e vuole che qui tutti facciano il massimo per riuscire a realizzarla. Ma al tempo stesso è anche consapevole delle variabili che possono intervenire, in campo e fuori. La nostra responsabile marketing e comunicazione, Veronica Bon, ha lavorato a lungo con Joe a Venezia e ci ha spesso ricordato che fin dai tempi della serie D il suo pensiero era rivolto alla serie A. È il suo modo di ragionare e non cambierà. Ovviamente questo approccio ha degli effetti collaterali e rischia di diventare un boomerang a livello pubblico, ma a lui non interessa. Preferisce invece vedere i fatti e non a caso le comunicazioni con lui sono continue. Credo che a volte lo si giudichi un po’ troppo severamente. Quando il presidente era Walter Mattioli anche lui non mancava di esprimere i propri sogni e le proprie ambizioni. Parlò di serie A nel giorno stesso della festa per la promozione in B e non mi pare di aver sentito gente dargli del matto. Sono aspetti che fanno parte del carattere delle persone“.

PROBLEMI – “Le stagioni nelle quali c’è un passaggio di proprietà, magari col campionato alle porte o addirittura iniziato, portano sempre delle difficoltà di ogni genere. Lo ha fatto presente anche Mora in una recente dichiarazione. Cambiano le leadership, ci sono cambiamenti organizzativi, ci si ritrova ad aggiustare la mentalità in maniera diversa. Nel 2013, quando i Colombarini iniziarono con la SPAL, ebbero analoghe difficoltà e il passaggio nella Lega Pro unica arrivò solo all’ultima giornata. Era un contesto diverso, ma le sfide erano le medesime. La verità è che ogni assestamento richiede tempo e un po’ di pazienza. Credo quindi che la vera anima della SPAL di Tacopina si inizierà a vedere dalla prossima stagione“.

DEPRESSIONE – “Penso che l’ambiente abbia iniziato a convivere con dei malumori fin dall’ultima stagione di serie A, partita con quella battuta di Francesco Colombarini (“Non è obbligatorio rimanere in serie A”), proseguita con l’arrivo del Covid e chiusa con retrocessione. Fino a metà 2019 probabilmente si pensava che la SPAL potesse rimanere stabilmente in serie A, ma non era una cosa facile da fare. Sono stati commessi degli errori, ma poi la pandemia ha fatto a pezzi il calcio: ci siamo ritrovati sotto di 6 milioni tra mancati incassi da stadio e da accordi commerciali. Il tutto con un mercato dei calciatori completamente stravolto, in cui ci sono stati enormi deprezzamenti e difficoltà a fare operazioni che non avessero impatti devastanti sui bilanci. Poi è mancato molto il contatto con la gente, per ovvie ragioni. Anche quello ha contribuito a creare un clima di distanza e negatività. Ora speriamo di tornare alla normalità e per dare un segnale metteremo in vendita biglietti a 5 euro per curve e gradinata in occasione di SPAL-Frosinone“.

SPECULAZIONI – “Non c’è alcun accordo particolare tra SPAL e Milan che impone di far giocare Colombo. L’allenatore ha sempre piena autonomia nella sue scelte e noi non le vogliamo minimamente condizionare. Poi è chiaro che c’è un piano industriale che alla base presuppone l’uso dei giovani per ottenere contributi e sistemare il bilancio, ma i minutaggi stagionali sono già stati raggiunti, quindi certe ipotesi che capita di sentire non reggono proprio“.

SOCI MISTERIOSI – “Ho poche informazioni su questo aspetto. Il presidente ha i suoi soci statunitensi con relativi accordi e penso che poche persone ne conoscano i contorni precisi. Anche su questo però credo si ricami un po’ troppo, perché quasi mai le proprietà straniere forniscono chissà quali dettagli al riguardo. Il Milan, per fare un esempio, è di proprietà di un fondo americano e non mi pare che ogni giorno la gente chieda chi sta effettivamente mettendo i soldi. Per quella che è la situazione non credo che la forza economica di Tacopina e del suo gruppo siano in discussione“.

RITIRO ESTIVO – “L’idea della tournée negli Stati Uniti è in piedi e stiamo valutando l’organizzazione. Potrebbe durare dieci giorni, svolgersi nello stato di New York o poco lontano, e comprendere 2-3 amichevoli. La seconda parte del ritiro verrebbe comunque fatta in una località di montagna“.