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Qualche appunto sparso, a mente fredda, sul pareggio per 1-1 tra SPAL e Sudtirol nel contesto dell’undicesima di campionato.

Ora i calci piazzati funzionano (un po’ di più)

Quattro partite con De Rossi e relativo staff, due gol segnati da situazioni da calcio piazzato. Più una bella occasione costruita a Genova nella partita di Coppa Italia, con Almici vicino al bersaglio. Se si considera che durante la gestione Venturato la casella delle reti segnate attraverso corner e punizioni laterali era rimasta inchiodata sullo zero ci si rende conto della palese discontinuità almeno in quest’area di lavoro. Al momento la SPAL riesce a rendersi temibile a palla ferma e questa è un’ottima notizia soprattutto se si considera che su azione, almeno sabato, sono arrivate poche soddisfazioni.

C’è spirito di adattamento

Non sorprende che De Rossi (e a ruota Tacopina) abbia speso degli elogi per lo spirito collaborativo e l’impegno fatti vedere dalla squadra. Perché quelli effettivamente si notano, al di là delle imprecisioni o della scarsa lucidità negli ultimi trenta metri di campo (meglio parlarne a parte). La SPAL, intesa come gruppo di giocatori, si è dimostrata abile a recepire il nuovo corso tecnico e il vestito del 3412 l’ha resa una squadra senz’altro più equilibrata, come peraltro ha sottolineato anche Biagio Meccariello nel postpartita. Vale la pena sottolineare un esempio, quello di Raffaele Celia, piazzato a fare il difensore centrale nella linea a tre per sostanziale mancanza di alternative. Il 21 se l’è cavata bene, dimostrando che la famosa “disponibilità” di cui parlano spesso gli allenatori non è un concetto astratto, ma qualcosa di spendibile sul campo. Tutti sono a bordo del progetto DDR e cercano di dare un contributo, anche fuori dal ruolo che finora gli era stato attribuito.

 

Forse c’è un po’ troppo spirito di adattamento

Sensazione: la squadra applica pedissequamente le indicazioni di De Rossi e forse lo fa con fin troppo zelo, limitando un tantino le sue capacità creative. Si esegue lo spartito  e raramente qualcuno improvvisa, magari sorprendendo gli stessi compagni oltre che gli avversari. Spesso e volentieri l’applicazione della SPAL è di tipo scolastico, come nel caso del possesso palla prolungato – ma senza sussulti in attacco – praticato dopo il gol del vantaggio. Paradossalmente è stato fatto nel primo tempo ciò che andava fatto nel secondo, ovviamente a vantaggio intatto: tentare di addormentare la partita. Quando la SPAL poteva spingere alle corde il Sudtirol ha sostanzialmente rinunciato a farlo, o pensato fosse troppo rischioso, preferendo prendere il centro del ring per controllare la contesa e sfibrare l’avversario. Il problema è che all’angolo altoatesino c’era uno, Bisoli, che di corpo a corpo se ne intende e infatti ha preso subito i provvedimenti necessari per far saltare i piani di Esposito e compagnia.

Anche Esposito ha delle giornate storte

La media delle pagelle della domenica dice che Salvatore Esposito ha fatto la sua peggior prestazione stagionale. Si tratta di una notizia visto che il capitano aveva fissato uno standard piuttosto alto, distinguendosi quasi sempre come uno tra gli interpreti più lucidi e costanti dell’intero organico. Una pausa dopo undici partite è comprensibile, per cui non c’è motivo di far suonare alcun campanello d’allarme. Più in generale la sua sostituzione dopo venti minuti del secondo tempo, in contemporanea con altri due titolari fissi come La Mantia e Maistro, ci dice che De Rossi intende valutare esclusivamente il rendimento dei suoi calciatori, a prescindere dalle loro qualità tecniche o dal peso specifico all’interno del progetto tecnico. Un altro elemento che contribuisce a creare quella disponibilità (la sua versione buona) che sta rendendo possibile la metamorfosi immaginata dal tecnico.

Murgia non fa prigionieri

Vi ricordate di Everton Luiz, il mastino brasiliano che deliziò il Paolo Mazza con 11 cartellini gialli in 23 presenze totali tra il 2018 e il 2019? Per il momento Alessandro Murgia sta facendo impallidire il suo ricordo con ben 5 ammonizioni in altrettante apparizioni stagionali in campionato, con una media di una ogni 56 minuti di gioco. Un record che lo costringerà a saltare la difficile trasferta di Terni a causa della squalifica in arrivo, ma che al tempo stesso testimonia la voglia del centrocampista romano di combattere, lottare e riprendersi un posto di rilievo non solo all’interno della squadra, ma nel panorama del calcio italiano. Probabilmente è ancora presto per dire se ci riuscirà o meno, ma vedere questo genere di aggressività se non altro è incoraggiante dopo mesi di prove mediamente inconsistenti.



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