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Qualche appunto sparso, a mente fredda, sul pareggio per 0-0 tra Ternana e SPAL nel contesto della dodicesima di campionato.

Al momento la SPAL dà l’idea di sentirsi forte

C’è una frase, la cui attribuzione è abbastanza incerta, che viene spesso usata nei testi motivazionali e che probabilmente si adatta bene alla realtà della SPAL in questo momento. Quella per cui non è necessariamente importante essere forti, ma sentirsi tali di fronte alle avversità. Un modo di pensare che peraltro è compatibile con la filosofia tacopiniana di “effort and attitude” (trad.: impegno e atteggiamento) e che sta portando la squadra a giocare senza farsi impressionare granché dalle credenziali dell’avversario, proprio come aveva annunciato De Rossi alla vigilia della trasferta di Terni. Ancora una volta la fase difensiva ben eseguita ha contribuito ad alzare la fiducia generale: ora sono 478 i minuti senza gol concessi su azione, coppa Italia compresa. Un dato che conferisce idea di solidità. Col nuovo tecnico la SPAL ha concesso un totale di 9 tiri in porta agli avversari. Nelle quattro gare precedenti al suo arrivo erano stati 23.

Quella storia per cui “manca solo il gol”

Suona sempre un po’ paradossale sentire da un calciatore o da un allenatore la frase (fatta): “alla squadra è mancato solo il gol“. Ah beh, hai detto nulla per un gioco in cui l’obiettivo è esattamente quello. Pur a fronte di una prestazione convincente il compiacimento quindi può essere tendenzialmente ingiustificato, anche se esistono eccezioni a questo principio. Come le partite in cui la mancanza del gol è da attribuire quasi esclusivamente al caso. In circostanze diverse Ternana-SPAL sarebbe potuta tranquillamente finire 2-3 e se fosse andata in quel modo avremmo probabilmente cestinato le lodi sulla fase difensiva per concentrare l’attenzione su una poderosa prestazione in avanti. Così non è stato, ma alcuni numeri possono confortare DDR e lo staff. In particolare: 14 tiri totali (0 in porta!) e 2,55 di xG (Expected Goals), oltre a diverse soluzioni messe in mostra. La SPAL ha creato su combinazione tra punte (Moncini per La Mantia), con l’iniziativa di un esterno (Celia) per l’inserimento di un centrocampista (Zanellato) e con una palla in profondità tra le linee (Rabbi). Segno che le idee ci sono.

Terzini sinistri ufficialmente riabilitati

Alla chiusura del calciomercato estivo addetti ai lavori e pubblico non mancavano (quasi) mai di sottolineare il peccato mortale del mancato rafforzamento della catena di sinistra. Celia e Tripaldelli venivano perlopiù definiti come giocatori inaffidabili e privi delle qualità necessarie per fare della SPAL una squadra credibile per qualcosa di più di un campionato mediocre. La nuova veste tattica sembra invece aver sovvertito questa narrazione: Tripaldelli, al netto dei problemi fisici che lo tormentano, ha dimostrato di potersi rendere utile senza essere una comparsa e Celia è reduce prestazioni molto buone in due ruoli diversi. Per ora Tripaldelli viaggia con una rispettabile media voto di 6,06, mentre il collega porta a casa 5,87 ma con tendenza al rialzo (6,60 nelle ultime due). Sicuri sicuri che sia ancora necessario intervenire in quel reparto?

Le ambizioni sono abbastanza chiare

Arrivati a un terzo del cammino la domanda continua a risuonare: dove si può posizionare questa SPAL? Risposta più ovvia: un’idea precisa la avremo (forse) a fine marzo, vista anche la crescente imprevedibilità del campionato. Intanto De Rossi ha fatto capire di aver già preso le misure alla competizione, sottolineando pubblicamente come la Ternana abbia troppi punti in più rispetto ai biancazzurri, pur mostrando valori equivalenti. Parole che collocano il mister sulla stessa frequenza di Joe Tacopina, quella dell’aspettativa di un posto ai playoff. Ovviamente DDR non può ancora sbilanciarsi, ma l’obiettivo è chiaramente quello di rientrare nel gruppetto che viaggia al ritmo degli 1,66 punti a partita. Attualmente la SPAL procede a 1,25. Servirà un’accelerazione, ma già essere diventata una squadra che nelle peggiore delle ipotesi pareggi è un presupposto incoraggiante.

Zanellato non sta facendo peggio di altri

Niccolò Zanellato sta per completare il suo primo anno di militanza alla SPAL, ma finora non ha lasciato ricordi particolarmente memorabili. Cose che succedono, posto che c’è tutto il tempo per invertire la tendenza. Sabato il centrocampista è stato un po’ preso di mira via social per una prestazione tutt’altro che brillante – soprattutto per un gol malamente ciccato – e per quanto una simile dinamica faccia ampiamente parte del gioco (dei giudizi), è anche indicativa di una certa mancanza di visione d’insieme. Perché numeri alla mano non si tratta dell’unico giocatore del reparto di mezzo ad aver deluso le aspettative. Zanellato non porta a casa una sufficienza da SPAL-Venezia e la sua media voto è di 5,66. Ma altri suoi colleghi non stanno facendo molto di più per impressionare la stampa. Il tanto inseguito Proia si ritrova ad avere la stessa identica valutazione, mentre Valzania fa meglio solo di un quasi impercettibile 0,03. Persino Tunjov, pur partito dalle retrovie, è nel gruppetto con 5,64. Sintomo di un problema più ampio, che prescinde dal singolo e dai suoi sforzi.



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