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Qualche appunto sparso, a mente fredda, sul pareggio interno raccolto dalla SPAL contro il Palermo.

De Rossi probabilmente ha cambiato idea

Nell’impossibilità di far cambiare passo alla squadra con i giocatori che ha in questo momento, il mister ha già iniziato ad alludere abbastanza esplicitamente alla necessità di trovare rinforzi in grado di dare una svolta netta e duratura nel girone di ritorno. Più di qualcuno porta in favore di DDR l’alibi della “squadra-costruita-per-Venturato“. Molti probabilmente scordano le considerazioni dello stesso De Rossi nel giorno della sua presentazione: “Non considero un problema lavorare con un gruppo costruito per un altro allenatore. Anzi, penso mi farà crescere. Non mi piace molto quest’idea che hanno alcuni di voler per forza lavorare con certi giocatori per realizzare le loro idee. Penso che uno bravo debba essere in grado di far andare tutti al massimo, a prescindere da come è stata costruita la squadra”. Riconsiderare il proprio pensiero è sintomo di intelligenza e probabilmente è quello che è accaduto in questi due mesi. Tra l’altro il manifesto del mercato di gennaio l’ha inavvertitamente (o no?) delineato Biagio Meccariello con le sue dichiarazioni postpartita: “La differenza [con altri contesti vissuti in precedenza, ndr] sta nell’esperienza nel gruppo. In questo caso molti dei giocatori sono giovani e sicuramente i mugugni o magari una rete subita in un momento inaspettato pesano un po’ di più”. Tradotto: portate qui qualcuno che conosca meglio la categoria e/o regga meglio la pressione di dover salvare la pellaccia (ancora) nel giro di 19 partite.

Il centrocampo è un rebus

Da quando è alla SPAL mister De Rossi ha cambiato sette configurazioni differenti di centrocampo su un totale di nove partite a disposizione. L’unico assetto replicato per più di una volta (tre per la precisione) è stato quello composto dal trio EspositoMurgiaMaistro, per il resto il tecnico ha provato quasi tutte le combinazioni possibili per la formazione iniziale. Sintomo abbastanza evidente dell’instabilità che contraddistingue il reparto. L’assortimento di elementi a disposizione è adeguato in termini numerici, ma insufficiente per rendimento complessivo. Al di là della sostanza della prestazioni, che possono essere buonissime anche senza gol, gli unici centrocampisti in grado di incidere a livello realizzativo sono stati Maistro (3 gol) ed Esposito (2), mentre tutti gli altri dai quali sarebbe stato lecito aspettarsi un contributo (Proia, Valzania, Zanellato, Murgia, Tunjov) non lo hanno ancora fornito.

Certi numeri fanno paura

Da qualunque parte la si guardi la situazione della SPAL non invita all’ottimismo. Dal giorno dell’insediamento in panchina di De Rossi solo il Cosenza ha fatto meno punti dei biancazzurri (8 la SPAL, 6 i calabresi). Nelle ultime cinque giornate la SPAL è stata la peggior squadra per rendimento totale con appena 2 punti fatti. Allo stesso punto della stagione 2021/2022 la squadra aveva 20 punti (+3). Per pareggiare il girone d’andata dello scorso campionato ne servirebbero altri 4 da cogliere contro Parma e Pisa. E allora girare a 21 venne considerato presagio di sventura. Solo che, in retrospettiva, quella era una SPAL piena d’attenuanti. Il cambio di proprietà ad agosto, il mercato fatto in fretta, la rosa infarcita di giovani per necessità di bilancio. I presupposti delineati in estate erano abbastanza diversi e per quanto Tacopina non abbia mai parlato esplicitamente di obiettivi è stato fatto intendere che le ambizioni fossero significative. Ah, altro dettaglio: a gennaio 2022 la SPAL viaggiava con un confortevole +9 sulla terzultima. Ora questo margine è zero.

Dov’è finito il vero La Mantia?

La Mantia si sta pericolosamente avvicinando alla soglia dei 1.000 minuti di gioco (recuperi compresi) senza un gol. Il conto è salito a 959 dopo la partita col Palermo e somiglia molto a quei digiuni che si vedono solo sulle edizioni più recenti di Football Manager. Il centravanti, elevato a stato di semi-divinità dopo le cinque partite, è sempre più frequentemente oggetto di critiche anche aspre da parte del pubblico. Non tanto (o meglio, non esclusivamente) per la sua astinenza sotto porta, ma anche per la partecipazione al gioco considerata abbastanza scarsa. Sarebbe bello capire cosa succede al numero 19, perché pare evidente che si tratti di un problema di ordine psicologico. Il coinvolgimento nel gioco non è qualcosa di facilmente misurabile coi numeri, però il confronto con Brunori – incrociato domenica sul campo – aiuta un po’ a capire. Il cannoniere del Palermo ha giocato lo stesso numero di palloni in area di rigore (5) di La Mantia, ma è stato enormemente più efficiente. Pur tirando meno (2 volte contro 3) e perdendo molti più palloni (14 rispetto ai 6 di ALM) è riuscito non solo a segnare, ma anche a vincere più duelli sia a terra (7 su 13) sia in aria (4/5), aiutando così i compagni in fase offensiva. Di contro La Mantia ha chiuso la sua partita con un duello vinto su 12 totali (!), 0 falli subiti e 1 commesso.

Il pubblico ormai è stanco (comprensibilmente)

Picco della sindrome influenzale e temperature rigide di sicuro non aiutano, ma come era prevedibile SPAL-Palermo ha fatto registrare il minimo stagionale di presenze (7.441) al Paolo Mazza. Tolti i 962 ospiti – belli rumorosi, tra l’altro – e i 4.699 abbonati (comunque non tutti presenti) il conto dei paganti è presto fatto: 1.780. Poca roba e infatti si è notato. Ma d’altra parte non è che questa SPAL invogli particolarmente ad accorrere allo stadio: nell’anno solare 2022 ha vinto la miseria di 5 partite giocate a Ferrara, mettendoci 7 pareggi e 7 sconfitte di contorno.



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