foto Luigi Canu
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Qualche appunto sparso, a mente fredda, sulla prima sconfitta della SPAL nel girone di ritorno.

Tutti pazzi per Prati

Ah com’è lontano il ricordo di Esposito. Eppure fino a una ventina di giorni fa c’era chi parlava di palese indebolimento della squadra a causa della sua partenza. Invece la crescita a vista d’occhio del ben più giovane Prati (che compirà vent’anni a dicembre!) ha fatto capire che di tanto in tanto potrebbe essere una buona idea fidarsi dell’occhio di chi i giocatori li vede quotidianamente. Il centrocampista romagnolo ora ha tutte le attenzioni su di sé ed è stato promosso a pieni voti da DDR in persona, ma bisognerà anche andarci piano con le aspettative perché arriveranno partite brutte e poco ispirate. Per come va il mercato di questi tempi potrebbe bastare anche solo una decina di prestazioni come quella di Cagliari per scatenare un’asta al rialzo nella prossima sessione di mercato. Ma prima sarebbe bello che la SPAL se lo godesse un po’, costruendo un percorso per la sua valorizzazione.

Forse era una sfida non così impari

Un po’ a sorpresa Daniele De Rossi ha espresso più frustrazione che soddisfazione per la prestazione della sua squadra, nonostante sia stata di maggior qualità rispetto a quelle di Parma e Reggio Calabria. Probabilmente perché dopo i primi 45 minuti aveva maturato la convinzione che sì, il Cagliari è forte, ma ha qualche difettuccio che permette di rendere il risultato contendibile più di quanto dicessero nomi e curriculum dei giocatori in campo. E si è visto soprattutto nel finale: per quanto nervosi e concitati gli attacchi della SPAL dopo l’ingresso in campo di Fetfatzidis hanno spaventato i sardi, esponendoli seriamente al rischio di una beffa. La mancanza di interpreti in grado di fare imprevedibilità dalla trequarti in su ormai è cronica, ma a infastidire il mister probabilmente è stata l’interpretazione un po’ troppo conservativa dei biancazzurri nella mezz’ora di gioco precedente al gol di Lapadula. De Rossi contava di vedere più intraprendenza, che però c’è stata solo dopo lo svantaggio.

Fetfatzidis fa ben sperare

I 17 minuti di gioco di Giannis Fetfatzidis ci hanno detto che il greco è esattamente il tipo di elemento di cui la SPAL avrebbe disperatamente bisogno per combinare qualcosa in più nelle aree avversarie. La sua condizione atletica è ampiamente migliorabile, ma anche a mezzo servizio Fetfa ha messo in apprensione i difensori del Cagliari, facendo ciò che Maistro non sembra più essere in grado di fare. Qualche numero: 7 passaggi ricevuti dai compagni, 100% di passaggi riusciti (8 su 8), 0 palle perse, 1 recuperata, 2 dribbling riusciti su 3 tentati, 2 tentativi di tiro, 1 potenziale assist. Scusate se è poco. Per un po’ rimarrà un’arma da partita in corso, ma se dovesse ritrovare un ritmo adeguato rischia di farci divertire.

Ma che succede a Maistro?

Visto che è stato chiamato in causa nel punto precedente e si parlava di numeri, vale la pena dare un’occhiata anche a quelli del trequartista polesano. 16 minuti in campo, 6 palloni ricevuti, 0 dribbling riusciti (su 3), 0 tiri, 3 palle perse (una delle quali sanguinosa), 0 recuperate, 1 espulsione – pare per profanità non proprio gradite dall’arbitro Paterna. Da sempre Maistro si porta dietro questa etichetta di brillante talento un po’ a intermittenza, ma recentemente ha fatto pochino per giustificare l’investimento non indifferente che la SPAL ha fatto per lui in estate. Doveva essere il giocatore di qualità e personalità al quale ci si aggrappava nei momenti critici, ma lo è stato solo in rare occasioni. L’arrivo di Nainggolan, il progressivo inserimento di Fetfatzidis e il contributo – sempre apprezzato e rimarcato da DDR – di Valzania rischiano di relegarlo a un ruolo di secondo piano.

Celia e la stranezza del pallone

Per tutta la settimana sui media è apparso incessantemente il nome di Tripaldelli per via della proposta del Benevento, ma l’esterno sinistro da copertina per un giorno è stato Celia. Per meriti sportivi, il che non è un dettaglio secondario. Il ventuno ormai si sta imponendo come un disciplinato soldatino e De Rossi dimostra di apprezzarlo soprattutto per la sua tenacia. Ciò non toglie che rimanga più di una riserva su certe letture difensive (es.: il gol di Adjapong in SPAL-Ascoli) e sulla capacità di andare al cross con qualità e continuità. La cosa un po’ assurda è vederlo segnare un gol difficilissimo come quello di Cagliari a fronte dell’occasione – molto più facile – fallita miseramente in casa una settimana prima. Perché non c’è solo il sinistro al volo a rendere complicato il gesto tecnico, ma anche quel movimento di quasi 35 metri per infilare Nandez è stato notevole. La speranza è che il primo centro in B lo aiuti a coltivare una maggiore sicurezza nei propri mezzi: magari la prossima volta, messo davanti al portiere, non esiterà più come gli è capitato sotto la Ovest.

 



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