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Nell’epoca dei contenuti virali in rete basta davvero poco per dare una forma completamente diversa a un semplice aneddoto ed è questo il caso della connessione lavorativa e personale tra il presidente della SPAL Joe Tacopina e l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Merito (o colpa, dipende dai punti di vista) di una manciata di post e articoli usciti martedì 7 marzo tra varie testate sportive italiane che hanno scelto di menzionare fuori contesto alcune delle considerazioni dello stesso Tacopina all’interno dell’intervista a The Italian Football Podcast (di cui avevamo già parlato nel giorno dell’uscita).

 

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Post del genere sembrano suggerire che Trump abbia contattato Tacopina nel bel mezzo di SPAL-Cittadella, ma le cose stanno in maniera un pochino differente.

Prima di tutto un po’ di contesto. Dallo scorso gennaio Tacopina – uno dei più influenti e noti avvocati degli Stati Uniti – è stato ingaggiato da Trump per la difesa in un paio di casi legali che lo riguardano fuori dalla sua attività politica. Il primo è un potenziale caso di diffamazione da parte di un ex pubblico ministero che ha contribuito a un’indagine sulle attività imprenditoriali dell’ex inquilino della Casa Bianca. Il secondo riguarda invece un’accusa di violenza sessuale che potrebbe portare a un procedimento in tribunale alla volta di fine aprile, anche se non sembrano esserci grandi certezze in merito, almeno a giudicare dalle notizie riportate sulla stampa americana.

Per Tacopina si tratta di uno sviluppo professionale che ha inevitabilmente fatto notizia su entrambe le sponde dell’Atlantico e che certamente ha contribuito ad alterare un po’ la regolarità delle sue apparizioni a Ferrara nel corso del 2023. Lo stesso avvocato di Brooklyn ne ha parlato pubblicamente più volte, soprattutto con interventi radiofonici all’interno di “Sid&Friends in the Morning“, uno dei programmi mattutini più seguiti a New York, condotto dal suo amico d’infanzia Sidney Rosenberg e trasmesso dalla storica emittente WABC.

Queste le sue parole nella parte finale dell’intervista rilasciata a Nima Tavallaey Roodsari per la puntata n.300 di The Italian Football Podcast dello scorso 1 marzo, registrata tra il 18 e il 24 febbraio, prima degli impegni contro Genoa e Frosinone.

NTR: Prima di salutarti vorrei chiederti di uno dei tuoi clienti piuttosto famosi, ovvero l’ex presidente Donald Trump. So che non puoi certo entrare nel dettaglio delle questioni lavorative che vi riguardano, però sarei curioso di sapere se l’hai già invitato a una partita della SPAL.
JT: “In questo periodo è piuttosto occupato visto che punta a diventare di nuovo presidente, quindi non credo lo vedremo a Ferrara molto presto. Però sì, lo sto assistendo in un paio di casi legali che non riguardano la sua attività politica in senso stretto, anche se alcune cause civili che lo riguardano nascono da un’idea di giustizia a uso politico da parte di persone alle quali lui non piace. Questa è una cosa che mi dà molto fastidio e quando capita, a prescindere da chi è coinvolto, mi porta a provare un po’ di disagio per il funzionamento dell’intero sistema. Ovviamente sono orgoglioso di rappresentare un ex presidente e posso dire che si tratta di uno degli uomini più affascinanti che abbia avuto la possibilità di incontrare nella mia attività. Non lo conoscevo così bene, anche se avevo avuto occasione di incontrarlo diverse volte a New York nel corso degli anni. Stavolta invece ho potuto trascorrere alcuni giorni con lui a Mar-a-Lago per studiare approfonditamente i casi che lo riguardano e mi fa davvero piacere poter lavorare per lui“.

NTR: Ma gli piace il calcio? Voglio dire, sono sicuro che sappia di cosa si tratti, ma puoi dire che gli interessi in qualche misura?
JT: “Gli piace un pochino, ma la sua passione principale rimane il golf. Non lo definirei un appassionato di calcio, ma è il tipo di persona che capisce come funziona lo sport e sa apprezzarlo. Ne abbiamo anche parlato un po’, nel senso che sa che sono coinvolto nella SPAL. Anche perché è capitato che mi telefonasse proprio mentre ero a una partita…“.

NTR: Aspetta, eri allo stadio durante una partita di serie B e l’ex presidente Trump ti ha chiamato?
JT: “Già, subito dopo un gol della SPAL! Ne abbiamo fatti quattro in tutto l’anno e dio non voglia che me lo possa godere per almeno 35 secondi (ride, ndr). Ma è ok, fa parte della normalità quando rappresenti un presidente e se chiama devi assolutamente rispondere“.

NTR: Potrebbe persino essere di nuovo il presidente quando ci sarà il prossimo mondiale nel 2026 proprio negli Stati Uniti.
JT: “Tutti lo considerano fuori dai giochi e lo dico ammettendo che anch’io nel 2016 non pensavo avrebbe mai vinto le elezioni. La verità è che non si sa mai cosa potrebbe succedere e quando si tratta di sorprese direi che Trump è su un livello diverso dagli altri. Ha un supporto enorme nell’opinione pubblica. Vedremo cosa succederà, il sistema politico americano non è propriamente una cosa che mi entusiasma in questa fase“.

NTR: Come dicevi, Trump è tipo da sorprese e visto che l’Inter che è la mia squadra preferita non se la passa proprio bene con la famiglia Zhang potrebbe anche inserirsi per un’acquisizione, nel caso tu mettessi una buona parola. Così potremmo fare l’Inter grande di nuovo (Make Inter Great Again – nell’originale).
Se dovessi sfidarlo a fare una cosa del genere, dicendogli che non sarebbe in grado di vincere nulla con l’Inter, probabilmente la comprerebbe per dimostrarmi che mi sbaglio (ride, ndr)”.

In altre parole: probabilmente non è realistico pensare a un Donald Trump regolarmente sintonizzato sulle partite della SPAL, almeno per ora. Così come appare un pochino forzato pensare che l’ex presidente possa realmente interessarsi all’acquisizione dell’Inter o di qualunque altra squadra italiana.



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