foto Filippo Rubin
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Qualche appunto sparso, a mente fredda, sul quarto risultato utile consecutivo (0-0 a Modena) colto dalla SPAL durante la gestione di Massimo Oddo.

Non ci piace il risultato, ma la prestazione era quella da fare

Se la SPAL avesse giocato in altre occasioni (a Cosenza, a Venezia, in casa col Bari) con la lucidità che ha avuto al “Braglia” probabilmente non si parlerebbe di lenta agonia (cit.) ma semplicemente di una posizione da difendere, come peraltro era accaduto dodici mesi fa. Il Modena magari non ci ha messo chissà quale furore agonistico nella prima mezz’ora, ma molto del merito va attribuito a una SPAL ordinata e organizzata, brava a neutralizzare Tremolada (sostituito al 45′) e ad alimentare una manovra d’attacco che ha prodotto almeno tre occasioni chiare. C’era da attaccare ma anche da soffrire e i biancazzurri l’hanno fatto. Le circostanze probabilmente richiedevano di rischiare un po’ di più, ma bisogna considerare che una sconfitta avrebbe potuto avere effetti devastanti sul morale. Tra l’altro si fatica a capire di cosa parlano quelli che accusano le squadre di aver sostanzialmente concordato il pareggio: Nainggolan quindi l’ha messa fuori perché gli andava bene il punticino? Ionita avrebbe mirato con millimetrica precisione al palo pur di non fare gol ad Alfonso? Mah.

La SPAL è una squadra straordinariamente coerente

La media spaccata di 1 punto a partita è solo uno dei tanti indicatori della coerenza di questa squadra, oltre che del suo effettivo valore tecnico/caratteriale. Per quanto la prestazione di Modena sia stata più che sufficiente, ha dimostrato per l’ennesima volta l’incapacità di questo gruppo di cambiare passo. Tutte – ma proprio tutte – le squadre in lotta per non retrocedere sono riuscite a un certo punto a fare un piccolo scatto, macinando più punti del solito. Compreso un Brescia che dopo 17 (!) partite senza vittorie ha aperto una striscia da 7 punti in 3 giornate che l’ha rimesso in piena corsa, incasinando ancora di più la volata finale. La SPAL è l’unica squadra del campionato incapace di fare due vittorie di fila su tutto l’arco della stagione. Si tratta di una statistica tanto avvilente quanto significativa. Persino il Benevento, dato quasi per spacciato, è riuscito a fare due mini-serie di vittorie, seppure nel solo girone d’andata.

C’è un numero che spiega l’assurdità di questa stagione

A chi piacerebbe essere al posto del Cosenza nell’attuale classifica della serie B? Probabilmente a tutte le formazioni che stanno dietro, SPAL compresa. Per occupare quella casella finora era richiesta una media punti di 1,13 a partita. Non esattamente un passo insostenibile, no? Ecco, quando Roberto Venturato è stato allontanato la squadra viaggiava esattamente a 1,13 di media. Ovviamente non c’è controprova di questo, ma con quel tipo di rendimento – considerato allora insoddisfacente – oggi la SPAL sarebbe proprio lì, attorno a quota 37/38/39. In una posizione non sicura, ma meno esposta alle intemperie. Non sembra propriamente casuale che Oddo stia ottenendo risultati con un sostanziale programma di venturatizzazione: pochi concetti tattici ben codificati, intensità, predilezione per gente che corre e si spende per il collettivo. Si torna quindi ai peccati originali: la smaccata sopravvalutazione del valore di questo organico (in primis da parte del presidente) e il quadrimestre della visionaria gestione di De Rossi con quell’idea di calcio di possesso che non ha portato da nessuna parte se non a frenare (0,94 di media) in maniera drammatica e potenzialmente irreversibile.

Per favore ragazzi non resuscitiamo anche il Perugia

Nell’ultimo mese il Perugia ha fatto la miseria di due punti in cinque partite (contro Frosinone e Cosenza). Ha segnato complessivamente due gol: uno con un difensore dopo un’assurda mischia generata da un calcio piazzato e un altro con un’attaccante che nell’occasione ha ringraziato il portiere avversario per la mezza papera. Nelle ultime tre giornate il Perugia non solo non ha segnato, ma ha fatto UN TIRO in porta, ai due all’ora, col portiere che ha raccolto la palla come se fosse un tenero e inerme cucciolo di Labrador. Insomma l’avversario perfetto con cui fare un inutile pareggio o addirittura perdere, magari concedendo un gol col solito calcio d’angolo. Qualcosa in cui la SPAL si è specializzata in stagione, facendo da tonico per squadre malaticce. Per una volta, una sola volta, si potrebbe per favore qualcosa di diverso? Non sembra di chiedere poi così tanto.

 

E dai pur con la retorica della partita della vita

Abbiamo davanti una settimana davvero estenuante, in cui tutti quanti – dentro e fuori la SPAL – metteranno un’enfasi spropositata sulla partita contro il Perugia. Che sia fondamentale non ci sono dubbi, che vada caricata di questo significato da potenziale condanna è già più discutibile, soprattutto se si considera la natura dei giocatori che compongono il gruppo a disposizione di Oddo. Dei pochi dotati dello spirito della battaglia uno mancherà (Meccariello), mentre gli altri dovranno necessariamente dosare le energie e al tempo stesso avere la lucidità di tenere insieme la truppa nei vari momenti della partita. Alfonso dovrà occuparsene dietro, Nainggolan fa praticamente l’allenatore in campo dalla propria trequarti in su.



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