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La stagione 2022/2023 verrà ricordata come una delle più surreali dell’epoca recente della SPAL e a testimoniarlo c’è anche la coda – ancora in corso – di polemiche e incertezze che ruotano attorno alla figura di Joe Tacopina.

Di norma il nostro mega-pagellone veniva pubblicato mentre i giocatori erano già sereni da qualche parte a sorseggiare costosi drink, mentre quest’anno ci si ritrova a dare voti a buona parte del gruppo mentre sono ancora in corso inutili allenamenti al centro sportivo G.B. Fabbri. Basterebbe questo particolare per far capire quanto balordo è stato l’ultimo campionato.

La SPAL 2022/23 sarà ricordata soprattutto per un imprevisto ritorno in serie C. La rosa costruita da Fabio Lupo ad agosto 2022 era accreditata, nelle peggiori delle ipotesi, come una squadra che avrebbe affrontato un campionato tranquillo, forse con qualche speranza di lottare per i playoff. Una serie di decisioni sbagliate, in primis l’esonero affrettato di Roberto Venturato avvicendato da un esordiente in panchina come Daniele De Rossi, hanno però minato le certezze e le qualità di un gruppo che, pur con alcune partite ancora da giocare, è sembrato essersi arreso da tempo in attesa della matematica retrocessione. Il bilancio della stagione recita 8 vittorie, 14 pareggi e 16 sconfitte, 41 gol fatti e 51 subiti. Mai due vittorie consecutive in tutto il campionato: unica squadra della serie B a far registrare questo poco invidibile record.

Come al termine di ogni campionato abbiamo provato, a mente fredda, a valutare quale sia stato l’impatto di ogni giocatore, con indicativamente almeno una decina di presenza, su quello che è stato l’andamento complessivo della squadra.

PIÙ CHE BUONI: Prati 7; Contiliano 7

Prati: La sua stagione è la più bella favola in questa annata da dimenticare per la SPAL. Classe 2003, arrivato dopo una stagione da titolare in serie D a Ravenna, è partito molto indietro nelle rotazioni dietro a Viviani e Esposito. Nonostante l’addio quasi immediato di Viviani il centrocampista romagnolo ha fatto davvero fatica a trovare spazio nella prima parte di stagione. La svolta per lui è arrivata con la partenza di Esposito e con la scelta, un po’ obbligata e un po’ coraggiosa, da parte di De Rossi di puntare su di lui in mezzo al campo anziché cercare qualcuno sul mercato. Mai scelta fu più azzeccata. Prati è sembrato uno dei pochi punti fermi in una squadra sempre più alla deriva, trovando un paio di gol e mettendo come ciliegina sulla torta la convocazione per il mondiale Under 20 in Argentina. Dalla sua inevitabile cessione arriveranno risorse importanti per la costruzione della squadra 2023/2024.
La curiosità: tra i giocatori in rosa Prati è quello che ha tentato il maggior numero di passaggi definiti “filtranti”, ossia quel tipo di passaggi che danno la possibilità di superare una linea difensiva in qualunque punto del campo. Prati ne tentati 27 riuscendo a completarne il 26%. A pari merito in questa classifica c’è Esposito, che ne ha tentati altrettanti ma con una percentuale di successo maggiore (33%). 

Contiliano: Se Prati è stata una delle intuizioni più azzeccate da parte di De Rossi, a Massimo Oddo bisogna invece riconoscere di aver gettato nella mischia questo ragazzo nel momento più caldo della stagione, quando probabilmente in pochi avrebbero avuto il coraggio di farlo. Le prestazioni a dir poco scadenti di Murgia e Zanellato e l’infortunio di Valzania hanno convinto il tecnico a dare una possibilità in mezzo al campo al capitano della formazione Primavera e lui si è dimostrato subito all’altezza portando fisicità e dinamismo, oltre a mostrare un buonissimo piede mancino con cui ha regalato l’assist del 2-2 a Maistro contro il Brescia. Può diventare uno dei simboli della ricostruzione.
La curiosità: nelle sue otto partite di serie B ha calciato verso la porta cinque volte, centrandola in due occasioni. Quattro tentativi sono arrivati da fuori area. Se fosse riuscito a segnare si sarebbe piazzato piuttosto in alto nella classifica dei marcatori spallini più precoci in serie B. Luca Albieri coi suoi 17 anni e 9 mesi (gol a novembre 1992) rimane momentaneamente irraggiungibile. Però il quarto posto dietro a Pezzato e a Sebastiano Esposito sarebbe stato alla portata. In serie C il record è detenuto da Alessandro Marongiu (18 anni e 10 mesi l’8 novembre 2009). 

foto Filippo Rubin

BUONI: Meccariello 6.5; Esposito 6.5

Meccariello: In una difesa che ha sempre fatto acqua e nonostante tre cambi in panchina, lui ha rappresentato una delle poche certezze della squadra. Sballottato qui e là da continui cambi di modulo e di schieramento difensivo, ci ha sempre messo quello che ci poteva mettere: fisicità, cattiveria, coraggio. Con l’aggiunta di due gol che potevano essere preziosi. Magari non un leader “vocale” per i compagni, ma senz’altro uno che si poteva prendere come esempio. Sarebbe bello pensare a una sua permanenza perché in serie C sarebbe una certezza assoluta, ma verosimilmente andrà via.
La curiosità: è stato il giocatore di movimento più utilizzato in assoluto (3.153 minuti in 36 partite), quello che ha intercettato il maggior numero di palloni (243 su un totale di squadra di 1.585) e commesso più falli in assoluto (63 su 528 di squadra). Suo anche il primato delle ammonizioni (10).

Esposito: I suoi sono stati sei mesi assai strani. Perché la voglia di serie A c’era già da luglio, ma senza pretendenti credibili si è dovuto rimboccare le maniche per provare a togliere spazio a un Viviani che sembrava avere ancora il favore di Roberto Venturato. Con la partenza del più esperto compagno si è ritrovato non solo titolare indiscusso, ma pure capitano in virtù dell’esposizione derivante dalle convocazioni in nazionale maggiore. Una scelta – imposta dall’alto – che ha creato più di una perplessità (per non dire altro) all’interno del gruppo, indebolendo ulteriormente la credibilità della dirigenza. Il suo rendimento però è stato buono (2 gol, 2 assist) per tutto il girone d’andata, poi la chiamata dello Spezia ha chiuso la sua esperienza a Ferrara. Con soddisfazione di entrambe le parti, in teoria. La SPAL ha fatto un buon incasso e il giocatore si è ritrovato in una categoria superiore, seppure in lotta per la salvezza.
La curiosità: la sua cessione è stata la terza più remunerativa dell’intero mercato di gennaio in serie B dopo quelle di Oosterwolde (Parma) al Fenerbahce (6 milioni) e Wisniewski (Venezia) allo Spezia (4 milioni). 

foto Filippo Rubin

SUFFICIENTI: Alfonso 6; Varnier 6; Nainggolan 6; Moncini 6; Maistro 6

Alfonso: Il discorso di per sé è molto semplice: sono più i gol che ha contribuito a evitare o quelli sui quali ha mostrato evidenti responsabilità? Sul nostro personalissimo cartellino (cit. Rino Tommasi) prevalgono i primi e dalla valutazione va tenuta fuori ogni speculazione sulle modalità con le quali è uscito di scena prima di SPAL-Parma. Della sua stagione rimangono tre o quattro partite eroiche (su tutte quella di Reggio Calabria) ma anche svarioni che comunque in categoria sono la norma, a prescindere dal curriculum degli interpreti o dalla collocazione delle loro squadre in classifica.
La curiosità: in questa stagione non gli è affatto mancato il lavoro. La SPAL ha concesso una media di 12 tiri a partita agli avversari e solo altre tre squadre hanno fatto peggio. Si tratta di Ternana (12.3), Cosenza (12.9) e Sudtirol (13). 

Varnier: Una delle scelte più sensate e al tempo stesso insensate nell’opera di “Cittadellizzazione” che la SPAL ha tentato di fare nel 2022. Sensata perché se Varnier avesse ritrovato un minimo di integrità fisica e continuità si sarebbe facilmente potuto candidare per il premio di miglior difensore della B, insensata perché la storia clinica del centrale padovano non sembra lasciargli scampo, almeno in questa fase di carriera. Per capacità di lettura e scelta di tempo è un grandissimo giocatore e nelle poche occasioni in cui ha potuto giocare partite intere l’ha dimostrato, riuscendo anche a mettere a segno un gol, purtroppo inutile, a Palermo.
La curiosità: nelle ultime tre stagioni ha giocato rispettivamente 12 (Pisa), 12 (Como) e 15 partite. In nessuna di queste è riuscito a superare la barriera dei 1.000 minuti in campo. 

Nainggolan: Il suo ingaggio, voluto fortemente dal suo ex compagno di squadra Daniele De Rossi, è stato un momento iconico di questa annata. Ma anche il perfetto esempio delle conseguenze della politica dei grandi nomi in serie B. Il tecnico romano aveva in mente altri tipi di giocatori da inserire in rosa per migliorare la squadra a gennaio, ma vista la scarsa attività sul mercato e la diversità di vedute con Fabio Lupo ha deciso di provare a far breccia nel cuore di Tacopina proponendogli un giocatore che, pur fermo da qualche mese, avrebbe potuto essere un lusso assoluto per la categoria. Convinto dall’ex compagno, il belga è approdato a Ferrara dando entusiasmo alla città e mettendo subito a referto un gol e un assist da subentrato contro il Bari. Nemmeno due settimane dopo però Tacopina ha dato il benservito a De Rossi, rimpiazzandolo con Oddo. Con un’ottima prestazione contro il Como il Ninja ha però subito spazzato via qualsiasi illazione su un suo possibile addio e dimostrato in seguito di essere un vero e proprio professore calcistico. La scarsa condizione fisica però è stata una spada di Damocle e il suo infortunio all’inizio di SPAL-Perugia ha rappresentato il momento della resa per tutti.
La curiosità: i suoi servizi, di fatto, sono costati un totale di 50mila euro a presenza. Approssimativamente 765 euro al minuto. 

Moncini: Quando Lupo è riuscito a ottenere il suo prestito al Benevento ci si era convinti che l’inseguimento a La Mantia, visti i profili molto simili, fosse fallito. Invece l’ex Empoli è arrivato comunque, creando una situazione tecnica potenzialmente complicata da risolvere. Non per Tacopina che s’era convinto di avere la coppia di attaccanti che avrebbe trascinato la SPAL in serie A a suon di gol. Chi ci provato a farli giocare insieme è stato soprattutto Venturato, De Rossi ha desistito praticamente subito, mentre Oddo l’ha fatto soprattutto per mancanza di alternative. Da parte sua Moncini ci ha messo tutto l’impegno che ci poteva mettere e ne esce con un apporto di 9 gol e 5 assist, con 4 marcature nelle ultime 8 giornate. Di fatto sono quelle a portarlo a ridosso della sufficienza.
La curiosità: è l’attaccante più utilizzato in assoluto (2.506 minuti su 34 presenze). Tra le altre cose chiude la stagione come ottavo in classifica in serie B per creazione di occasioni da gol misurate col parametro degli xG (Expected goals). Moncini ha prodotto un dato di 11,1 piazzandosi alle spalle dell’ex biancazzurro Cerri (Como, 13,5).

Maistro: Valutando il percorso per intero sarebbe una stagione da 5,5, ma è altrettanto chiaro che se avessimo visto un po’ più spesso il Maistro degli ultimi due mesi la SPAL avrebbe avuto molte più possibilità di salvarsi. Dopo le prime fiammate contro Ascoli e Como è entrato in una specie di letargo dal quale è uscito solo con l’arrivo in panchina di Massimo Oddo. L’aver saltato parte della preparazione estiva gli è costato caro, perché non è mai riuscito ad arrivare a un’autonomia adeguata per completare le partite. E senza di lui la qualità in campo calava drasticamente. Il suo gol contro il Perugia – cancellato dalla coppia Manganiello/Aureliano – poteva diventare il poster della salvezza e farlo diventare un eroe. Chiude comunque con 5 gol e 2 assist. Forse uno dei più grandi “e se” della stagione biancazzurra.
La curiosità: è stato rimpiazzato a partita in corso in 23 occasioni su 34. Nessuno ha lasciato il campo anticipatamente tanto quanto lui in questa stagione.

foto Filippo Rubin

APPENA SOTTO LA SUFFICIENZA: Dickmann 5,5; Arena 5.5; Dalle Mura 5.5; Peda 5.5; Valzania 5.5; Rabbi 5.5;

Dickmann: Ha anche segnato quattro reti tra campionato e Coppa Italia, cosa non scontata per un terzino destro, ma la sua stagione è stata complessivamente deludente in rapporto alle aspettative che si erano create attorno a lui. Nel campionato precedente aveva chiuso in maniera eccellente, conquistando un consenso mai avuto prima e che gli è stato utile sia per ottenere il rinnovo contrattuale, sia per diventare il capitano dopo la partenza di Esposito. Ha rappresento la principale fonte di cross della squadra (145) e quella più precisa (43%), ma spesso è sembrato poco lucido in entrambe le fasi di gioco. Probabilmente ha bisogno di un contesto meno disfunzionale per rendere al meglio.
La curiosità: su un totale di 4.055 palle perse nell’arco delle 38 giornate, 371 (pari al 9%) sono da addebitare a lui, almeno se si vogliono considerare attendibili i dati forniti da WyScout. 

Arena: Con lui Fabio Lupo voleva replicare la scommessa vincente fatta con Baschirotto ad Ascoli. Al debutto assoluto in serie B avrebbe dovuto contendere a Varnier il posto al fianco di Meccariello nella difesa a quattro. Approfittando dei problemi fisici del rivale è partito titolare segnando anche il gol che è valso il passaggio del turno in Coppa Italia contro l’Empoli. Palla al piede ha dimostrato molta, spesso troppa, personalità e anche difensivamente qualche limite l’ha palesato. Un infortunio dopo poche giornate non gli ha permesso di trovare continuità di utilizzo, soprattutto con De Rossi che non lo riteneva adatto per la difesa a tre. L’arrivo di Oddo gli ha concesso nuovamente la ribalta e nella difesa a quattro dell’ex tecnico pescarese il giovane arrivato dal Monopoli ha giocato probabilmente il suo scorcio di stagione più convincente. Ha margini di miglioramento e in serie C può fare molto comodo.
La curiosità: nella stagione 2021/2022 in serie C era riuscito a segnare ben cinque gol in campionato. Alla SPAL invece l’unico centro è stato quello di agosto nella partite del “Castellani” di Empoli. 

Dalle Mura: Dopo la retrocessione col Pordenone la SPAL gli ha dato un’altra possibilità in serie B inserendolo in rosa come alternativa ai difensori centrali titolari. L’esordio da titolare a Bari non è esattamente da incorniciare, poi piano piano ha preso fiducia e grazie a De Rossi ha guadagnato minuti come centrale di sinistra nella difesa a tre. Con Oddo è tornato un po’ nelle retrovie complice anche il ritorno alla difesa a quattro, malgrado qualche sporadica apparizione da terzino. Non ha mai segnato, ma il salvataggio sulla linea al 96’ nella vittoria di Reggio Calabria forse vale più di un gol. Ha fisico e voglia di migliorarsi, potrebbe fare strada.
La curiosità: tra i giocatori in rosa è quello che ha fatto registrare la percentuale più alta di duelli difensivi vinti col 71%.

Peda: Un esordio stagionale peggiore del suo probabilmente era peggiore da trovare, con un doppio giallo nel giro di tredici minuti contro il Cagliari. Non ha trovato praticamente mai spazio con Venturato, mentre con De Rossi è stato un titolare inamovibile nel terzetto arretrato sul centro-destra, nonostante la seconda espulsione stagionale, forse un po’ troppo severa, contro il Benevento. Come per Dalle Mura il ritorno al reparto a quattro lo ha penalizzato. Può rallegrarsi con la convocazione in nazionale maggiore. Il suo futuro è un po’ un enigma visto che a gennaio qualche squadra aveva preso informazioni.
La curiosità: tra i giocatori reduci dall’intera stagione 2021/2022 è quello che ha beneficiato del maggior aumento di minutaggio, passando da 634 minuti di gioco a 1.528.

Valzania: Uno dei colpi last minute di Fabio Lupo che ha regalato a mister Venturato un giocatore duttile in mezzo al campo, peraltro già allenato in passato dal tecnico ex Cittadella. Tuttavia non è mai entrato stabilmente nell’undici titolare alternando le sue apparizioni con diversi ingressi dalla panchina. Daniele De Rossi invece ne ha apprezzato lo spirito combattivo e la grande capacità di sacrificarsi, pur finendo per schierarlo probabilmente in tutti i ruoli tranne in quello a lui più congeniale. Di fatto Valzania ha sempre fatto il secondo trequartista alle spalle dell’unica punta, ma anche il centrale difensivo nell’infelice derby casalingo perso col Modena. La sua stagione è finita a Marassi quando gli ha ceduto il legamento crociato del ginocchio. Oddo ha rimarcato più volte quanto sarebbe potuto essere prezioso nel suo periodo di gestione.
La curiosità: dovunque è andato ha garantito almeno un gol, ovviamente con l’eccezione della SPAL. Era infatti dalla stagione 2015/2016 a Cesena che non chiudeva con uno zero in questa casella. Da allora ne aveva fatti 1 col Cittadella (16/17), 5 col Pescara (17/18), 2 col Frosinone (18/19), 2, 5 e infine 1 con la Cremonese (19/20, 20/21 e 21/22).

Rabbi: Nel reparto offensivo costruito da Fabio Lupo avrebbe dovuto essere il giocatore che avrebbe potuto entrare a partita in corso incidendo con la sua rapidità e la sua imprevedibilità. La buona duttilità tattica che gli permette di giocare un po’ in tutti i ruoli alla fine forse gli si è ritorta contro, visto che nessuno dei tre allenatori è mai riuscito a trovargli una collocazione in grado di dargli continuità di utilizzo. Era partito bene con Venturato, subentrando spesso e segnando anche il gol del pareggio a Bari. De Rossi e Oddo lo hanno utilizzato con molta meno frequenza, anche se DDR a un certo punto ha mostrato di preferire lui a La Mantia mentre Moncini era infortunato.
La curiosità: ha un contratto fino a giugno 2026 e nessun altro in rosa può vantare un vincolo così lungo con la società, escludendo dal conto i Primavera come Abati, Boccia e Puletto.

foto Filippo Rubin

INSUFFICIENTI: Celia 5; Fiordaliso 5; Tripaldelli 5; Murgia 5; Finotto 5; Rauti 5; Proia 5

Celia: Venturato aveva scelto lui come titolare, ma è bastato il tonfo casalingo alla prima giornata contro la Reggina per rivedere in campo Tripaldelli. De Rossi è sembrato apprezzarlo particolarmente e gli ha affidato la fascia sinistra per quasi tutta la sua gestione, in cui è riuscito pure a segnare due reti contro Cagliari e Bari. La prima molto bella, la seconda completamente casuale. Con mister Oddo è ripartito l’annoso dualismo e l’unico risultato è stato che nessuno dei due si è mai dimostrato all’altezza. Nel finale di stagione ha comunque segnato altre due reti, una nel match salvezza contro il Benevento e l’altra nell’inutile vittoria di Pisa. In tutti questi mesi una costante: una fase difensiva decisamente carente e che è costata un buon numero di gol.
La curiosità: in due stagioni a Ferrara non ha messo a referto un singolo assist su un totale di 57 presenze. La percentuale di riuscita dei suoi cross nel biennio è del 31,4%. I leader della serie B si attestano tra il 44 e il 47%.

Fiordaliso: Aggiunto alla rosa in coda al mercato per essere un’alternativa in più, ha poi mantenuto questo status per tutta la stagione dando l’impressione di essere molto lontano dal livello richiesto a un titolare abituale. Schierato in diversi ruoli, soprattutto come terzino destro, ma senza mai dare lasciare il segno. Il ricordo più vivo nella mente dei tifosi spallini rimarrà il suo debutto a dir poco complicato contro un avversario di passo ben diverso come Caso del Frosinone.
La curiosità: il suo contratto con la SPAL scadrà a giugno 2025 (!) e la sua ultima stagione in serie C lo vide titolare inamovibile nel Teramo (2018/2019) che chiuse con un’anonima posizione di metà classifica nel girone B. 

Tripaldelli: Poteva essere l’anno del riscatto, è stato invece quello del malessere per una considerazione limitata nei suoi confronti da parte di tutti gli allenatori che si sono avvicendanti sulla panchina del Paolo Mazza. Inizia malissimo ad Ascoli, poi si riprende e fa vedere anche prestazioni convincenti nelle quali riesce anche ad aggiungere un paio d’assist. De Rossi dimostra però di preferirgli Celia e anche Oddo pare dargli fiducia solo dopo l’errore del terzino calabrese che regala il 2-2 al Brescia. A quel punto però la stagione è compromessa.
La curiosità: tra tutti i compagni è stato quello che ha fatto registrare la miglior percentuale di successo nei tentativi di 1 contro 1, col 60%. Un dato che comunque non lo colloca ai vertici della categoria degli esterni della serie B. Oukhadda del Modena domina con l’81%, seguono diversi altri come Sala (Palermo, 68%), Corrado (Ternana, 67%), Giraudo (Reggina, 66%), Adjapong (Ascoli, 65%) e Letizia (Benevento, 64%).  

Murgia: Poteva essere la stagione del riscatto e non lo è stata. Venturato lo tiene nelle retrovie, mentre De Rossi nella prima parte della sua esperienza biancazzurra lo ha piazzato stabilmente al fianco di Esposito. Quando le prestazioni sembravano essere in crescita la cessione del centrocampista napoletano lo ha fatto cadere in disgrazia e nemmeno l’avvento di Oddo ha migliorato il suo minutaggio. Alla fine è stato scalzato da Contiliano.
La curiosità: è riuscito a collezionare 8 ammonizioni in appena 18 presenze in campionato. Un ritmo che nemmeno Everton Luiz era riuscito a tenere ai tempi della sua esperienza a Ferrara.

Finotto: Il suo ritorno a Ferrara è durato poco più di un anno come l’esperienza di Roberto Venturato sulla panchina spallina. Fino all’esonero del tecnico qualche presenza – anche da titolare – era riuscito a farla, con tanto di gol del 2-0 al Venezia in quello che era sembrato uno dei momenti migliori della stagione. Il passaggio alla punta unica voluto da De Rossi ha finito per metterlo ai margini della squadra fino al passaggio al Cosenza di gennaio. Col senno di poi ha avuto ragione lui.
La curiosità: con 135 apparizioni in maglia biancazzurra si colloca al 27° posto nella classifica assoluta della storia del club assieme a Servidei e a Mora.

Rauti: Certo, ha giocato poco, ma quando l’ha fatto non ha mai dato la sensazione di poter essere all’altezza della categoria, nemmeno come alternativa. Impegno e volontà sono sempre stati di prim’ordine, ma non sono bastati e a certificarlo ci sono i numeri: 17 presenze, 521 minuti, 0 gol, 0 assist.
La curiosità: la SPAL aveva un diritto di riscatto sul prestito, non verrà esercitato. 

Proia: Inseguito già nella sessione di mercato di invernale della stagione precedente, era stato ingaggiato per provare a ripetere quanto di buono aveva fatto sotto la guida di mister Venturato a tempi di Cittadella. La preparazione molto approssimativa con cui si è presentato lo ha costretto a accelerare più del dovuto i tempi per scendere in campo con prestazioni quasi mai all’altezza. Le cose sono peggiorate, se possibile, con il passaggio al 3421 di mister De Rossi e a fine gennaio il ds Lupo ha dovuto spedirlo a Ascoli dove comunque non ha brillato. Rientrerà a Vicenza.
La curiosità: da gennaio 2022 a oggi ha segnato la miseria di un gol, col Brescia, datato febbraio 2022. Nei dodici mesi precedenti (gennaio 2021-gennaio 2022) ne aveva messi a segno 10 con le maglie di Cittadella e Vicenza.

foto Filippo Rubin

INSUFFICIENTI E IRRITANTI: Tunjov 4.5; Zanellato 4.5; Fetfatzidis 4.5; La Mantia 4

Tunjov: Certo, è ancora giovane, perché si tratta di un ragazzo nato nel 2001. Ma la stagione del giocatore estone non può essere considerata neanche lontanamente sufficiente. Vero che ha giocato poco (736 minuti), ma è difficile dire se questa sia la causa o l’effetto delle sua cattive prestazioni. Fatto sta che nessuno dei tre allenatori ha mai puntato con convinzione su di lui, cercandogli invano il ruolo più congeniale. L’irritazione nasce soprattutto dalla sensazione di poterlo veder fare qualcosa di interessante, salvo poi ritrovarsi a inveire per una palla persa scioccamente. De Rossi lo ha definito “forte”, pronosticando per lui un’evoluzione alla Spinazzola o alla Perisic in termini di ruolo. Viene il sospetto che in questo caso possa essersi sbagliato.
La curiosità: pur giocando poco continua a essere tenuto in considerazione dalla nazionale estone, seppure come giocatore marginale. Nella stagione 2022/2023 ha collezionato quattro presenze per un totale di 59 minuti in campo.

Zanellato: Assieme a La Mantia è stato il giocatore in grado di far perdere maggiormente la pazienza ai tifosi biancazzurri. La parte migliore del suo campionato l’ha giocata nella gestione Venturato, conscio della fiducia che il tecnico nutriva nei suoi confronti. L’arrivo di De Rossi e il cambio di modulo sembravano averlo tagliarlo fuori, ma l’improvvisa partenza a gennaio di Esposito e l’utilizzo di Prati lo hanno rimesso al centro della scena, anche se le prestazioni non sono mai state troppo entusiasmanti, fino al punto più basso toccato con la sostituzione di SPAL-Bari accompagnata da fischi assordanti. Anche Oddo lo ha utilizzato col contagocce, pur in un modulo che avrebbe richiesto mezzali di qualità e la sua stagione è praticamente finita con il subentro – ancora una volta tra i fischi – nella gara col Perugia, peraltro terminata anzitempo con una sostituzione all’intervallo.
La curiosità: gli interessi di Zanellato sono curati dalla Gr Sports, una delle agenzie di calciatori tra le più influenti in Italia. Tra gli assistiti del colosso fondato nel 2012 da Giuseppe Riso ci sono – tra gli altri – elementi del calibro di Tonali (Milan), Frattesi (Sassuolo) e Cristante (Roma). Zanellato non è il solo biancazzurro assistito dalla Gr Sports: assieme a lui ci sono anche Almici, Rauti e Valzania. Il primo sarà libero dal 30 giugno, gli altri due rientreranno a Torino e Cremona per fine prestito. 

Fetfatzidis: Giocatore che veniva da anni di esilio dorato in Qatar e per di più da alcune settimane di inattività. Cosa poteva mai andare storto? Eppure le prime scintille nello spezzone di partita a Cagliari avevano illuso tutti, perché si era finalmente visto un calciatore in grado di provare ripetutamente l’1 contro 1 e andare al tiro. E si pensava che vista la struttura da brevilineo non fosse poi così indispensabile lavorare granché sulla condizione fisica. Sfortunatamente ci si sbagliava, anche perché l’atteggiamento del greco è sempre sembrato più orientato all’esaltazione personale che all’effettivo contributo alla squadra, tra dozzine di tentativi di dribbling e sguardi disinteressati a palla persa. Di fatto la sua stagione si è chiusa con l’unico gol stagionale al Cittadella, perché da lì in poi ha raramente azzeccato una prestazione.
La curiosità: al momento del suo ingaggio la SPAL aveva comunicato che il contratto avrebbe avuto scadenza giugno 2024, ma a quanto pare questa durata era subordinata al raggiungimento della salvezza. Con la retrocessione il vincolo si interromperà il prossimo 30 giugno. 

La Mantia: Il mantra dell'”ag vol la punta” che da anni imperversava per le vie di Ferrara sembrava finalmente sepolto grazie all’arrivo del centravanti dell’Empoli. Non uno con una fama da goleador implacabile, ma senz’altro il tipo di giocatore in grado di garantire quella dozzina di gol preziosi e magari una manciata di assist. Le prime settimane hanno fatto sognare tutti, con quattro gol in cinque partite. Da fine settembre – inspiegabilmente – La Mantia è entrato in una crisi tecnica difficile da spiegare, forse anche per sé stesso. L’esonero di Venturato e l’approdo di De Rossi in panchina, con il passaggio a un 3421 fatto di estenuante palleggio e fraseggi corti non gli ha sicuramente facilitato le cose, tanto che per tutto il mese di gennaio una sua cessione era sembrata plausibile. Una vicenda che he ulteriormente esacerbato i rapporti tra De Rossi e Lupo. Il gol dopo pochi minuti nell’esordio in panchina di Oddo sembrava averlo sbloccato nuovamente, ma la sua stagione è poi proseguita forse peggio di prima tra prestazioni completamente anonime, se non quasi dannose. Considerando il rapporto costo-prestazioni è stato di gran lunga la peggior delusione dell’intera stagione.
La curiosità: nella sua stagione si registrano più cartellini gialli (7) che gol (5) e un equilibrio quasi perfetto tra falli commessi (46) e falli subiti (48). Per trovare una stagione così deludente dal punto di vista realizzativo con almeno 20 presenze bisogna tornare indietro di quasi un decennio, al campionato 2014/2015 disputato in Lega Pro col San Marino nel quale andò a segno 6 volte in 30 partite. 

foto Filippo Rubin

NON GIUDICABILI: Brazao, Pomini, Thiam, Almici, Mancosu, Parravicini, Puletto, Viviani, Zuculini, Rossi

Brazao: Una sola apparizione, subentrando a Genova, con tre gol presi malamente in meno di mezz’ora. Tanto per convincere Oddo a preferirgli anche Pomini come secondo.

Pomini: La partenza di Thiam lo ha fatto scalare in avanti nelle gerarchie e pur giocando solo tre partite il suo lo ha sempre fatto.

Thiam: Subito accantonato da mister Venturato, nonostante nelle dichiarazioni volesse far trasparire una competizione tra lui e Alfonso, ha giocato un paio di partite prima di andarsene al Foggia a gennaio.

Almici: Si è salvato dalla palma di essere uno dei peggiori della stagione solo perché ha giocato un numero talmente basso di minuti da non essere giudicabile. È riuscito anche a farsi superare da Fiordaliso nel ruolo di alternativa a Dickmann.

Mancosu: Mentre la squadra si leccava le ferite per l’esordio traumatico in casa contro la Reggina lui ha accettato l’offerta del Cagliari per tornare in Sardegna e pare aver fatto una scelta assai conveniente.

Parravicini: Pochi minuti per poter dire di avere esordito in serie B dopo la buona stagione con la formazione Primavera.

Puletto: Portato in ritiro e tenuto sotto osservazione da mister Venturato viene prima rispedito in Primavera a De Rossi e poi fatto esordire, per pochi minuti a Palermo, da Oddo.

Viviani: Ha lasciato giusto qualche giorno dopo rispetto a Mancosu per andare a Brescia dove nel corso della stagione è riuscito a finire fuori rosa per divergenze con Massimo Cellino. Anche lui si ritrova in serie C.

Zuculini: Il motivo della sua presenza all’interno della rosa della SPAL è probabilmente chiaro solo a Joe Tacopina. Poco utilizzato o perché infortunato o perché non ritenuto in grado di dare un contributo accettabile. Totale dei suoi due anni a Ferrara: 33 minuti di gioco nella stagione 2021/2022, 30 in quella appena completata.

Rossi: Si è unito al gruppo a febbraio con la speranza di poter essere nuovamente decisivo come successo nell’annata precedente, ma l’ultimo infortunio gli ha presentato il conto. Oddo non ha potuto che utilizzarlo veramente col contagocce, non avendo una condizione che gli permettesse di stare in campo più di quindici-venti minuti a partita. La sua tenacia e la sua dedizione sono commoventi e solo un salvataggio sulla linea a Cosenza gli ha tolto la possibilità di rendersi protagonista ancora una volta.
La curiosità: nelle ultime settimane si sono rincorse voci di un suo imminente ritiro dal calcio giocato. Nel caso si chiuderebbe una storia lunga quasi vent’anni, fatta di 137 gol in appena 382 partite.

foto Filippo Rubin


hanno collaborato Alessio Maini e Alessandro Orlandin



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