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Col ritorno in Italia di Joe Tacopina potrebbe essere arrivato anche il momento buono per scoprire chi occuperà la poltrona di direttore sportivo della SPAL in serie C. Dopo un mese di ipotesi che hanno coinvolto almeno mezza dozzina di candidati (Mattia Collauto e Matteo Scala su tutti) pare essere arrivata la stretta finale con un principio d’accordo con Filippo Fusco. Prova ne è che Fusco stesso era presente al Paolo Mazza nel pomeriggio di lunedì 19 giugno in concomitanza con l’evento dedicato agli sponsor del club. In via Copparo c’è molta cautela al riguardo, ma se le negoziazioni finali non incontreranno ostacoli (e con Tacopina non si può mai starne certi) toccherà a lui mettere mano alle complesse pratiche di mercato della SPAL 2023/2024.

Napoletano, classe 1969, Fusco ha compiuto nel corso della sua carriera la più classica delle gavette. Dopo la laurea in giurisprudenza si avvicina al mondo del calcio come coordinatore tecnico del Napoli nella stagione 1999/2000, conclusa con la promozione in serie A (anche grazie ai 22 gol del bomber Stefan Schwoch). Dopo un solo anno Fusco esce di scena, complice la turbolenta cogestione di Corbelli e Ferlaino, e in seguito a una breve parentesi al Benevento in serie C – terminata nel 2006 – intraprende la carriera di intermediario per diverse operazioni di mercato tra Italia e Spagna. Uno dei primi giocatori noti a compiere il percorso dalla penisola iberica al nostro paese fu Matuzalem nel 2008, col trasferimento dal Saragozza alla Lazio. Proprio Fusco portò per primo in Italia il centrocampista brasiliano.

Proprio nel 2008 inizia a occuparsi direttamente della costruzione di organici nella veste di consulente di mercato per conto del Foggia, in serie C. Il club rossonero è reduce da un quinto posizionamento al di sotto della aspettative e quindi deciso a rivoluzionare rosa e dirigenza in segno di discontinuità. In Puglia peraltro nasce il legame d’amicizia con Fabio Pecchia – all’epoca ancora calciatore – che poi vedrà i due collaborare come tandem ds-allenatore in diverse altre piazze, partendo proprio da quella rossonera.

Dopo tre stagioni passate in Puglia – non prive di momenti difficili – e con un bagaglio di rapporti strategici sempre più fitti tra Spagna e Sudamerica, Fusco accetta la sfida del Bologna 2014/2015, quello della complicata gestione Guaraldi. Il Bologna in quel momento è appena retrocesso in serie B e si affida proprio a Fusco per ridimensionare i costi, ma al tempo stesso mettere in piedi un organico competitivo a sufficienza per tentare l’immediata risalita. Il lavoro estivo è mastodontico, con 16 arrivi e 15 partenze e l’uruguaiano Diego Lopez in panchina. A ottobre però cambia tutto: arriva la coppia Tacopina-Saputo e nel giro di un mese nella sede del Bologna arriva Pantaleo Corvino per sovrintendere l’area tecnica. Fusco saluta a fine dicembre, con una punta di amarezza (“Meglio un solo ds, anche se scarso, che due bravissimi“). Il Bologna in seguito arriva al risultato attraverso i playoff, non senza fatica.

Il percorso di Fusco prosegue nel 2016 all’Hellas Verona e ancora una volta si tratta di ricostruire: con gli scaligeri retrocessi in serie B il direttore sportivo deve allestire una squadra per tentare l’immediato ritorno al piano di sopra e il girone d’andata chiuso con 41 punti dice che il lavoro svolto è buono. Nella seconda parte di stagione la squadra allenata da Pecchia cala, mentre ai primi posti irrompe la sorprendente SPAL di mister Semplici. Il finale lo conoscono tutti. Festeggia anche l’Hellas secondo in classifica. Fusco ottiene così la conferma anche in serie A, ma deve fare i conti con un inizio estremamente problematico e un andamento complessivamente deficitario. Tanto che il ds rassegna le dimissioni ad aprile, dopo un pesante 3-0 incassato a Benevento, tirandosi addosso l’ira della tifoseria che tra le altre cose non gli aveva perdonato la cessione del capitano Pazzini.

Dopo un periodo di sosta arriva la chiamata della Juventus per un ruolo un po’ inusuale per gli standard del calcio italiano, quello di “2nd Teams Area Manager” all’interno dell’area tecnica diretta da Fabio Paratici e Federico Cherubini. In altre parole a Fusco viene affidata la gestione delle formazioni Under 23 e Under 19 e dei giocatori in prestito. La Juventus Under 23 (oggi Juventus Next Gen) non è altro che la seconda squadra bianconera, iscritta al campionato di serie C. Fusco viene ingaggiato a gennaio 2019 e contribuisce quindi allo sviluppo del patrimonio di giocatori nell’orbita bianconera, peraltro ricomponendo nel 2019 il sodalizio con Fabio Pecchia. Con la Juventus Under 23 mette in bacheca anche la Coppa Italia di serie C 2019/2020. Durante il suo periodo a Torino arrivano calciatori molto interessanti come Frabotta, Masciangelo, Rafia, Idrissa Touré, Dany Mota, Zanimacchia e Filippo Ranocchia.

Alla fine della sua esperienza alla Juventus (estate 2021) almeno un paio di squadre italiane sembrano essere interessate ad affidargli la carica di direttore sportivo, ma lui sceglie un po’ a sorpresa di accettare la proposta del San Fernando Club Deportivo Isleño, formazione spagnola di Primera Federación, l’equivalente della nostra serie C. Una scelta motivata così in un’intervista rilasciata a suo tempo a Il Resto del Carlino: “San Fernando è vicino a Cadice ed è un po’ Napoli e un po’ L’Avana. C’è un bel progetto in società, i proprietari sono di Abu Dhabi, pagano regolarmente e sono ben organizzati. C’è ambizione e vogliono costruire un centro sportivo“. L’armonia però dura poco, perché già a fine ottobre Fusco si dimette a causa di tensioni interne.

Quella in Spagna è stata l’ultima esperienza da ds di Fusco, che nel frattempo si è tenuto impegnato con l’attività di insegnante al corso per direttori sportivi organizzato dalla Figc. Dallo scorso gennaio diverse sono state le squadre tra serie A e B alle quali Fusco è stato accostato, a conferma di un effettivo interesse nei suoi confronti e diffuso riconoscimento delle sue capacità. A febbraio era stato il Benevento a valutarlo come sostituto di Pasquale Foggia, poi più recentemente il suo nome è entrato addirittura nella rosa ipotizzata dai media per il post-Giuntoli al Napoli, ma si è parlato anche di Salernitana e Sampdoria.

Una piccola curiosità: nelle sue esperienza a Bologna e a Verona ha portato con sé Franco Zuculini. Un altro punto di connessione con Joe Tacopina.



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