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Sono pochi i calciatori che riescono a entrare per davvero nel cuore delle tifoserie e Luca Mora per la SPAL non può che rientrare in questa categoria.

L’avventura del filosofo a Ferrara si può dividere in due parti. Nella prima, durata due stagioni e mezzo, ha contribuito da assoluto protagonista a conquistare i campionati di Lega Pro e serie B, oltre alla Supercoppa di categoria. Tredici gol in tutti, alcuni belli, altri pesanti, ma raccontare Mora coi numeri sarebbe limitativo. Una chioma libera al vento, che correva su e giù per quella fascia sinistra sotto la vecchia tribuna o dalla parte di una gradinata non ancora a norma. La sua cessione arrivò a metà del primo anno di serie A. Luca venne ceduto per far spazio al più quotato Kurtic e andò a La Spezia a festeggiare un’altra promozione, seppure qualche anno più tardi.

La seconda parte è stata meno fortunata. Ma fortemente voluta. Mora tornò a Ferrara nei mesi conclusivi della gestione-Colombarini più per amore che per soldi, con l’obiettivo di aiutare una squadra in difficoltà e che di lì a poco avrebbe salutato Pasquale Marino. Dopo un periodo difficile con Pep Clotet, con Venturato il filosofo tornò a essere protagonista e nel finale di stagione contribuì con la sua leadership a trascinare la squadra verso la salvezza. Nell’estate 2022 fu messo alla porta da Lupo e Tacopina, non senza polemiche.

Io posso dire come sono andate le cose, ma ricostruire il processo decisionale non credo sia possibile. Da gennaio in poi non ci sono mai stati discorsi, anche per via dei risultati della squadra. Avevo capito che si andava in una certa direzione, ma speravo ci fosse margine per parlare. A giugno Lupo è stato molto professionale: mi ha chiamato per dirmi che nonostante la stima nei miei confronti non c’era l’intenzione di discutere del contratto. Invece Venturato mi ha detto che se fosse stato per lui sarei potuto rimanere… Poi se uno lo chiede a me c’erano decine di ragioni per le quali io sarei dovuto rimanere alla SPAL, perché non volevo certo un biennale, né un aumento. Anzi, sarei stato disponibile a guadagnare di meno.

…avrei potuto comunque accettare un ruolo meno importante. Quando ho sentito dire a Lupo che bisognava aprire le finestre e cambiare aria ho sperato da subito che non si riferisse a me. Invece a quanto pare il ricambio d’aria consiste nel mandare via me, Vicari ed Esposito. Con la differenza che Francesco e Salvatore sono i primi a voler andare. Per cui questa cosa mi fa un po’ ridere. Semmai ero una bombola d’ossigeno dentro lo spogliatoio. A livello tecnico posso anche comprendere e accettare la decisione. Ma se vuoi avere un ‘vecchio’ che ci tiene, che ha senso d’appartenenza e te lo dimostra rinunciando a dei soldi, allora quel tipo di giocatore non potevo che essere io. Anche perché non ne devi avere dieci in rosa. E penso di essere tutt’altro che finito: ho giocato 26 volte e fatto 5 assist. Non sarà stata una stagione eccezionale, ma ho dato un contributo. Poi magari come sesto centrocampista prenderanno uno migliore di me, però qualche dubbio al momento ce l’ho“.

Luca Mora, intervista dopo il mancato rinnovo

Luca Mora in Piazza Municipio con Michele Castagnetti e Michele Cremonesi, in occasione di Internazionale 2016. Con la SPAL Mora ha giocato 135 partite e segnato 14 gol. È nella top-30 dei calciatori con più presenze nella storia del club.

Due avventure, come le volte in cui il ragazzo venuto da Parma ha giocato contro la SPAL da avversario. La prima volta, ed unica al Paolo Mazza, è stata due anni prima che Mora firmasse per la SPAL. Era il campionato di Lega Pro seconda Divisione 2013/2014: il centrocampista arrivò a Ferrara con l’Alessandria. Giocò esterno sinistro del 352, il ruolo che avrebbe ricoperto soprattutto nel primo anno con Semplici. Capelli già abbastanza lunghi, barba ancora non incolta. Anche se in quel febbraio 2014 la SPAL di Gadda non se la passava tanto bene la partita fu bella e combattuta fino al 90’. Ebbe la meglio la SPAL, che vinse 3-2 grazie ai gol di Giani, Personé e Berretti e aiutata dall’espulsione dell’ex di giornata Marconi. Mora non segnò, ma fu ammonito: quello del cartellino giallo è un elemento ricorrente della sua carriera. Succede quando ci si mette la gamba. Quel giorno la SPAL interruppe un digiuno di vittorie coi piemontesi che durava dal 1995.

La SPAL che battè l’Alessandria per 3-2 il 9 febbraio 2014

La seconda volta che Mora ha sfidato la SPAL è stato con la maglia dello Spezia, stagione 2018/2019, Coppa Italia d’agosto. A causa del cantiere al Paolo Mazza si giocò al Picco. Sulla panchina dei bianchi c’era Pasquale Marino, in difesa l’altro ex di giornata Nicolas Giani. Mora quella volta fu schierato da mezz’ala sinistra, il ruolo che avrebbe ricoperto nella seconda esperienza spallina. Una SPAL che nove mesi dopo avrebbe chiuso tredicesima in serie A vinse 0-1 con gol di Petagna, su assist di Antenucci.

Proprio Antenucci l’anno scorso è stato applaudito calorosamente dalla Curva Ovest e da tutto lo stadio, nonostante indossasse la maglia del Bari e avesse pure segnato un gol decisivo. Prima di lui la stessa sorte toccò a Schiattarella, altro protagonista della meravigliosa promozione in serie A. Prima di quella partita scherzammo su quale sarebbe potuta essere la reazione del pubblico davanti ai tre ex di giornata: Antenucci, Vicari ed Esposito. Come minimo è bello pensare che Mora possa ricevere la stessa accoglienza di Mirco. Lo merita di sicuro.



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