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Cosenza-SPAL (14^ giornata di serie B) è finita 0-1, ma oltre al risultato com’è andata? Vediamolo nel dettaglio con un’analisi approfondita.

L’AVVERSARIO
Il Cosenza ospita la SPAL dopo il pareggio ottenuto sul campo del Parma. Nonostante un solo punto di vantaggio rispetto agli spallini, si presenta come favorita in virtù delle 4 vittorie (a fronte di un solo pareggio ed una sconfitta contro il Lecce) su 6 partite giocato in casa. Consueto 1-3-5-2 da inizio stagione per mister Zaffaroni, con un solo cambio nell’undici iniziale rispetto all’ultima partita dove Boultam prende il posto di Vallocchia come centrale di centrocampo. In attacco come sempre presente Gabriele Gori, autore di fin qui di 5 gol e 2 assist in 14 partite.

Formazione
1-3-5-2
Vigorito;
Tiritiello, Rigione, Venturi;
D. Anderson (18′ st Millico), Carraro, Palmiero (41′ st Pandolfi), Boultam (18′ st Florenzi), Situm;
Gori (36′ st Kristoffersen), Caso.
All. Marco Zaffaroni

LA SPAL
Schieramento leggermente diverso rispetto alle ultime uscite, con la rinuncia al trequartista per abbassare Mancosu sulla linea dei centrocampisti, con Da Riva preferito a Mora al posto dello squalificato Viviani. Per la stessa esigenza dettata dalla squalifica, Esposito viene spostato in posizione centrale dopo essersi disimpegnato come mezzala destra. Avvicendamento in difesa dove Celia prende il posto di Tripaldelli come terzino sinistro. Il reparto d’attacco oltre ai confermati Colombo e Melchiorri viene completato da Seck.

Formazione
1-4-3-3
Seculin (1′ st Thiam);
Dickmann, Vicari, Capradossi, Celia;
Da Riva (36′ st Zuculini), Esposito, Mancosu;
Colombo (1′ st Rossi), Melchiorri (21′ st Peda), Seck (36′ st Mora).
All. Josep Clotet
LA PARTITA
La precedente partita con l’Alessandria aveva palesato la difficoltà nello sviluppo delle azioni offensive, a fronte di un maggior possesso palla. Contro il Cosenza invece si osserva una SPAL totalmente diversa da quella vista da inizio stagione. La squadra di Clotet lascia l’iniziativa agli avversari per quasi tutto il corso della gara (specialmente dopo il vantaggio arrivato al 57’) impostando una partita prettamente difensiva, ritagliandosi pochissime possibilità di essere pericolosa anche in ripartenza. Numeri emblematici per entrambe le squadre alla voce tiri e tiri in porta, in una partita avara di occasioni da gol e sbloccata da Giuseppe Rossi di testa su un’azione da calcio piazzato. Circa a metà del secondo tempo si è potuto notare come, per difendere il vantaggio, ci sia stato addirittura il passaggio ad una difesa a 5, con i padroni di casa che hanno faticato ulteriormente a creare i presupposti per il pareggio.

Dopo i primi minuti di gioco in cui la SPAL mantiene il possesso nella metà campo avversaria, appare via via più chiaro come in realtà la partita venga gestita in maniera diversa dal solito. La consueta pressione alta viene mantenuta solo nel momento in cui vi è una costruzione dal fondo avversaria, lasciando spazio ad un baricentro basso e stabilmente nella propria metà campo difensiva. Con Colombo e Seck sulla linea dei centrocampisti come nell’immagine seguente, lo schieramento in non-possesso si presenta come un 1-4-5-1. Si può osservare come lo scaglionamento sia piuttosto piatto, con i reparti spesso disposti su un’unica linea. Mentre i centrali difensivi seguono in marcatura gli attaccanti che si staccano andando incontro al pallone, più difficilmente i centrocampisti seguono gli avversari che si alzano oltre la propria linea di pressione. Così facendo la SPAL concede talvolta agli avversari di attaccare proprio lo spazio tra le linee, ma il Cosenza ha privilegiato sviluppi laterali.

Tra le poche occasioni da gol create dalla SPAL nel primo tempo c’è da segnalare quella al 12’ finalizzata da Seck. Con il baricentro molto basso la squadra di Clotet ha faticato per l’intera partita a sostenere la fase offensiva con un elevato numero di giocatori. In questo caso nel fotogramma si può apprezzare la conclusione di una transizione positiva avviata poco fuori dal limite dell’area avversaria. Sulla pressione alta portata in fase di costruzione dal fondo, Mancosu prima riesce ad intercettare un passaggio offensivo in zona centrale, successivamente a servire Seck che da posizione defilata conclude alto sopra la traversa.

Passando al secondo tempo, con l’ingresso di Rossi al posto di Colombo, si nota come quello che sarà poi l’autore del gol spallino vada a posizionarsi anch’esso sul lato destro del campo. Piccola curiosità nel fatto che Seck, Colombo e Rossi, ovvero i giocatori schierati come esterni offensivi, siano tutti mancini. Rossi manterrà la posizione sulla corsia di destra fino al 66’ quando con l’uscita di Melchiorri per Peda e la modifica dello schieramento difensivo, sarà lui stesso ad occupare il ruolo di unica punta.

Come accaduto nel primo tempo, anche nel secondo l’occasione più nitida per passare in vantaggio la SPAL la costruisce sugli sviluppi di una transizione positiva, con la palla conquistata nella metà campo avversaria. Il Cosenza batte un calcio di punizione sul lato destro fuori dalla propria area, cercando probabilmente un cambio di gioco sull’esterno opposto, il pallone viene però intercettato di testa da Da Riva. Il pallone giunge a Rossi che di prima serve Melchiorri. In zona centrale si viene a creare quindi un due contro due, nel quale la Melchiorri serve il taglio di Mancosu per un’occasione a tu per tu con il portiere avversario. Qui la conclusione viene respinta in calcio d’angolo.

L’altro cambio effettuato da Clotet a inizio ripresa riguarda il portiere, con Thiam a prendere il posto di Seculin che aveva accusato problemi muscolari durante la settimana. Con il risultato ancora in parità l’occasione migliore per i padroni di casa è di Palmiero, che intercetta il passaggio effettuato con le mani dal portiere spallino verso Dickmann. Il centrocampista avversario calcia di prima intenzione verso la porta, ma il tentativo si conclude a lato. Questo errore in fase di costruzione è molto simile ai due occorsi allo stesso Thiam in occasione del pareggio casalingo contro il Como, ultima partita giocata titolare dal portiere senegalese.

Tra il 56’ e il 57’ la SPAL ha l’opportunità di battere due calci d’angolo consecutivi. Il Cosenza in queste occasioni difende con tutti gli uomini a disposizione adottando marcature a uomo. Vengono inoltre disposti tre uomini in posizioni fisse: nell’immagine si possono osservare Gori sempre staccato sul primo palo, Anderson a prevenire un potenziale scambio corto, mentre Caso sulla linea di fondo a disturbare la traiettoria di chi calcia. Sul calcio dentro l’area piccola di Esposito, scavalcato Gori (che legge male la traiettoria) è Rossi alle sue spalle a vincere il duello aereo contro il diretto marcatore, colpendo di testa per siglare quello che risulterà essere il definitivo vantaggio spallino.

Cambio tattico al 66’ per la SPAL. In vantaggio e indotta ad abbassare ulteriormente il baricentro dalle sostituzioni del Cosenza (il neo entrato Florenzi ad agire esterno alto sulla destra, aggiunto al reparto d’attacco), la squadra di Clotet risponde con l’ingresso di Peda a rinforzare ulteriormente la difesa. A questo punto lo schieramento in fase di non possesso diventa un 1-5-4-1, con Rossi unica punta e Da Riva e Seck esterni, prima di essere rilevati anch’essi da Zuculini e Mora negli ultimi dieci minuti.

Ultimi minuti che vedono poi un ulteriore cambiamento tattico. Proprio dopo le ultime due sostituzioni sopracitate, la SPAL deve fare i conti con l’espulsione di Vicari. Da qui a fine partita i centrali resteranno Peda e Capradossi, senza che vengano abbassati centrocampisti a ricomporre una linea difensiva a 5 uomini.

SPAL IN POSSESSO PALLA
1-4-2-4

Sotto si può osservare uno dei pochi fotogrammi della partita in cui la SPAL, gestendo il possesso, prova a sviluppare l’azione offensiva, in maniera tra l’altro ricorrente. Dei tre centrocampisti è Mancosu che si alza a ridosso della linea d’attacco, per provare a ricevere uno scarico o raccogliere una deviazione su palla alta. In questo caso Esposito effettua un filtrante rasoterra che Mancosu lascia passare. Il pallone giunge a Melchiorri sempre presente come riferimento centrale, ma sotto pressione del diretto marcatore il suo controllo non è perfetto e il possesso viene recuperato da Carraro. Nel prosieguo della partita, difendendo molto corti, è diventato difficile consolidare il possesso lontano dalla pressione avversaria una volta riconquistato il pallone. Con un solo attaccante (Melchiorri o Rossi) anche mantenere il possesso in seguito ad una verticalizzazione è stato difficile. Questi sono due dei fattori che hanno contribuito a generare un altissimo numero di palle perse (42), frammentando continuamente il gioco.

SPAL IN NON POSSESSO PALLA
1-4-3-3 / 1-4-5-1

La SPAL in questa partita ha lasciato agli avversari la possibilità di gestire il possesso palla. Nonostante ciò, in alcune occasioni, durante la costruzione bassa del Cosenza ha comunque tentato il pressing. In modo simile alla situazione che ha indotto all’errore al 12’ (occasione per Seck), nel caso dell’immmagine seguente il pallone finisce in fallo laterale. Schierare tre attaccanti durante la prima pressione spallina ha obbligato la difesa avversaria (disposta a tre) a passare per vie laterali sugli esterni di centrocampo. Qui con la ulteriore parità numerica creata a centrocampo, l’uscita del terzino ha obbligato a cercare il cambio di gioco sull’esterno opposto oppure la verticalizzazione per le punte. Qui Djavan Anderson chiuso cerca un passaggio proprio verso le punte, trovando l’opposizione di Celia. Nella metà campo difensiva la fase di non possesso ha visto i due giocatori laterali schiacciarsi sul centrocampo, cambiando come già visto più volte nel corso dei 90’.

 

Sergio Restano ha 31 anni, è allenatore UEFA B e ha la qualifica di match analyst professionista.



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