foto ufficio stampa SPAL
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Quello di Matteo Arena (1999) è un nome poco conosciuto dal grande pubblico e per questo la presentazione del nuovo difensore centrale della SPAL ha destato grande curiosità.

Come nel caso di Moncini, l’introduzione dell’incontro con la stampa è stata affidata al direttore Fabio Lupo: “Matteo è un giocatore che l’anno scorso ho seguito con particolare attenzione come spesso faccio in serie C, una categoria in cui ci sono giocatori che di frequente vengono dimenticati ma che hanno qualità per fare bene nelle serie superiori. Si possono pescare giocatori forti e che hanno motivazioni, arrivando in B, in un club come la SPAL. Arena mi era stato segnalato e sono andato a vederlo, pur non avendo un club nemmeno io, come uno dei migliori giovani della categoria. Ha detto subito sì al progetto SPAL con entusiasmo e convinzione, nonostante ci fossero altri club di importanza e storia, poi la trattativa si è dilungata un po’ come abbiamo visto in questi giorni succedere con De Ligt o Bremer. Non per responsabilità del ragazzo che è sempre rimasto fermo sulla sua decisione, ma per dinamiche interne legittime del Monopoli, con cui comunque abbiamo sempre avuto e avremo un rapporto corretto e lineare. Siamo molto contenti che Matteo abbia scelto questo progetto e sono convinto si meriterà questa opportunità che ha ottenuto e che noi gli abbiamo dato”.

Entusiasmo che Arena trasmette senza indugi nelle sue parole: “È una trattativa che forse è durata un po’ troppo: ho aspettato con molta ansia la soluzione di questo trasferimento. Sono carichissimo e arrivo con molta voglia di dimostrare il mio valore. Quando ti arriva una chiamata da una squadra come la SPAL non puoi fare altro che accettare. Sarà la mia prima esperienza lontano dalla Puglia: alla quarta giornata ci sarà Bari-SPAL e vorrei già chiedere al direttore se può darmi qualche accredito extra per i tanti parenti e amici (ride). È la mia seconda esperienza fuori casa perché avevo già passato un’esperienza a Foggia, ma si trattava comunque di una città relativamente vicina. Mio padre ha vissuto un anno a Ferrara e me ne ha sempre parlato bene, e quando ho ricevuto l’offerta della SPAL è sembrata quasi una coincidenza, per cui so già che mi troverò bene in questa città”.

Arena comporrà insieme a Dalle Mura, Varnier e Peda, un reparto molto giovane, seppure contraddistinto dall’esperienza di Meccariello: “Ho avuto modo di parlare con tutti, più avanti sicuramente stringeremo un rapporto più solido. Mi sono avvicinato specialmente a Meccariello che mi ha parlato dello scorso campionato, ma anche con Varnier: siamo giovani ma vedo la giusta voglia e fame, penso ci faremo trovare pronti”.

Inevitabile il racconto personale del percorso non facile che ha visto il neo difensore biancazzurro attraversare anche una fase da disoccupato prima di iscriversi all’università: “Il mio è stato un percorso tortuoso: sono cresciuto nel Bari e alla mancata conferma avevo proprio smesso di giocare. Poi un’estate, grazie ad un lungo colloquio con mio zio, mi sono rimesso in gioco in Eccellenza, anche se l’avevo presa molto alla leggera mentre frequentavo in parallelo la facoltà di ingegneria a Bari. Le cose quell’anno andarono bene e mi ritrovai a Foggia dove mi allenavo con la prima squadra e giocavo in Primavera. Con il fallimento del Foggia sono andato a Monopoli ed in tre anni sono stato benissimo. Giocando sempre vicino a casa ho sempre avuto modo di dare gli esami all’università: me ne mancano tre e avrò finito la triennale, non so se ce la farò entro la prossima estate (ride). È stata una necessità, non avendo un futuro certo e non essendo un predestinato mi sono dovuto preparare un piano B. Sicuramente vorrò continuare e mi iscriverò alla magistrale, anche se è molto tosto conciliare le due cose, dovendo passare le estati più sui libri che al mare”.

Chiosa finale sul ruolo e sui punti di forza analizzati dallo stesso Arena, dopo il racconto che ci aveva fatto di lui Rocco Galasso: “Ringrazio sicuramente Rocco, con cui già mi ero sentito dopo aver letto l’articolo. I miei colpi migliori sono la forza fisica nel contrasto, l’elevazione nel colpo di testa e l’attenzione a livello tecnico-tattico. Devo e voglio migliorare nella gestione della palla. Sul mio ruolo posso dire che avevo iniziato come centrocampista a Trani e Monopoli, ma poi sono stato spostato dietro e sono sempre rimasto lì. Per il resto mi sento pronto e non vedo l’ora di confrontarmi con la categoria”.



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