foto Filippo Rubin
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Giornata di presentazioni in casa SPAL: dal ritiro di Mezzana, alla presenza del direttore Fabio Lupo, la società biancazzurra ha presentato alla stampa locale l’attaccante Gabriele Moncini (1996, in prestito con obbligo di riscatto dal Benevento) e il difensore Matteo Arena (1999, a titolo definitivo dal Monopoli, ne parliamo a parte). Ad aprire è proprio il direttore, con le parole rivolte all’attaccante tornato a Ferrara a distanza di due anni e mezzo: “Gabriele si presenta con i suoi numeri, sappiamo già che avrebbe potuto e dovuto fare molto di più per le sue qualità. Sono convinto che questa sia l’occasione giusta per la sua consacrazione e per dimostrare con continuità il suo talento, che è fuori discussione. Sono contento abbia accettato con grandissimo entusiasmo, tant’è che ha risposto in toscano ‘vengo a corsa’ al suo agente quando stavamo raggiungendo un accordo. Quella secondo me è la risposta che tutti i giocatori devono dare e hanno dato finora alla SPAL. Chi arriva deve dare il mille per cento, e deve amare la SPAL. La trattativa è stata abbastanza veloce, anche se ci siamo mossi un po’ in anticipo rispetto a quanto è uscito. Siamo stati bravi e professionali tutti a tenere la trattativa riservata, noi, gli agenti, Gabriele e il Benevento. La velocità c’è stata anche grazie al Benevento e al collega Pasquale Foggia e alla loro disponibilità, unita ovviamente alla disponibilità dello stesso giocatore”. 

La parola è passata poi al diretto interessato, Gabriele Moncini: ”Sono carico e non vedo l’ora di iniziare. Sicuramente penso che la SPAL sia una società seria, conoscevo il mister e la piazza, so che c’è un bel progetto ambizioso, sono in un’età in cui non sono più un giovane, ma sento che posso ancora fare molto e devo migliorare. Non mi pongo limiti a livello di gol, quello che so è che suderò la maglia dal primo al novantesimo, e spero comunque di farne il più possibile essendo anche il mio contratto legato al numero di gol”.

“Nella mia precedente esperienza alla SPAL ero giovane, non ero pronto per la serie A, e avevo attaccanti più forti davanti. Mi è sempre però rimasto il pallino di non aver fatto bene in questa società importante e quando ho saputo della possibilità di ritornare l’ho voluta cogliere al volo per dimostrare alla gente quello che non sono riuscito a dimostrare in quei due spezzoni di stagione che ho fatto qui. Sono il primo a dire che quando sono arrivato a Ferrara la prima volta pensavo di essere pronto, ma non lo ero: crescendo capisci cosa vuol dire vivere da calciatore di serie A. La gente di Ferrara mi è sempre stata vicina nonostante non rendessi al meglio, perciò non mi sento di dover farmi perdonare qualcosa, ma di dover dimostrare il mio vero valore lasciato in sospeso due anni fa”.

Poi una battuta anche sulla nuova coppia d’attacco Moncini-La Mantia, assortimento di un livello che non molte squadre potranno avere nel prossimo campionato: “Sono molto contento, ne avevo parlato già con il presidente di quest’intenzione che c’era di prendere anche Andrea che è un giocatore che aggiunge grande valore. Noi dobbiamo aiutarlo, e io, lui e gli altri attaccanti in rosa dovremo giocare l’uno per l’altro e riuscire ad esaltare le nostre qualità insieme”.

Moncini ritrova poi mister Venturato, allenatore con cui ha vissuto la sua miglior esperienza in carriera, a Cittadella da gennaio a giugno 2019, con 15 gol in 22 partite: “Ho ritrovato bene il mister, sempre carico e sul pezzo, che lavora sui suoi punti forti come la tattica, la tecnica e la testa dei giocatori. Mi sembra che sia il Venturato di quando abbiamo lavorato insieme”.



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