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Qualche appunto sparso, a mente fredda, sul pareggio casalingo con l’Ascoli che ha inaugurato il 2023 al Paolo Mazza.

Meglio non sperare nelle espulsioni altrui

Dato statistico mediamente inquietante: già in tre occasioni durante la gestione De Rossi la SPAL ha avuto a disposizione un tempo intero o più di superiorità numerica e mai è riuscita a sfruttarla a proprio favore per prevalere sugli avversari. Calcolando anche i recuperi si arriva a 173 minuti con un bilancio di due pareggi (Cittadella e Ascoli) e una sconfitta (Modena). Con granata e bianconeri non c’è stato verso nemmeno di fare gol, mentre nel derby tutte e cinque le reti sono arrivate dopo l’espulsione di Diaw. I più esperti dicono: mica è scontato vincere o anche solo far del male a una squadra tutta chiusa dietro. Vero, soprattutto se ti mancano soluzioni credibili davanti (si veda il punto successivo). Peccato che nell’unica occasione in cui c’era da proteggere un vantaggio in inferiorità numerica – contro il Benevento – la SPAL sia riuscita puntualmente a farsi bucare due volte e perdere la partita.

Per ora il miglior attaccante è il caso

Con l’Ascoli la SPAL ha avuto a disposizione almeno 6 occasioni buone per fare gol, eppure questo è arrivato sull’unica creata quasi involontariamente. Non sapremo mai se Dickmann intendesse mettere in mezzo un cross teso o sorprendere Leali, ma le parole di De Rossi nel postpartita sembrano suggerire che sia più plausibile il primo scenario. Questo contribuisce a fare del caso il miglior attaccante della gestione dell’attuale mister. Gli ultimi tre gol della SPAL sono arrivati su palesi svarioni degli avversari (Gagliolo a Reggio Calabria, Osorio a Parma) e per trovare l’ultimo gol su azione bisogna tornare alla doppietta di Moncini col Modena dello scorso 4 dicembre. Al di là dell’annoso dibattito sulla qualità (medio-bassa) degli interpreti, ancora non si capisce COME dovrebbe segnare la SPAL. Quale sia la soluzione principale e preferita. A conti fatti, da ottobre a oggi, la SPAL ha portato a casa 3 gol tra il casuale e il regalato grazie al Cosenza, altri 4 centri su calcio piazzato (e ben vengano) e appena 3 gol costruiti con una logica codificabile, peraltro tutti originati con un traversone dalle fasce laterali. Rimane evidente e grave la mancanza di uno o due giocatori in grado di dare imprevedibilità e rifinire il lento possesso palla che ha contraddistinto anche la ripresa del confronto con l’Ascoli. Basterà Fetfatzidis per sopperire a questa mancanza? Difficile possa essere così. E aver accantonato La Mantia di certo non sta aiutando.

Il sostituto di Esposito è Prati

La vicenda del mancato arrivo di Buchel a causa di un sostanziale veto di De Rossi sembra suggerire che la SPAL voglia investire altrove le risorse disponibili per il mercato di gennaio. A meno che negli ultimi dieci giorni non diventi disponibile un profilo realmente in grado offrire qualcosa di diverso a livello fisico, tattico e tecnico. Di fatto il tema della sostituzione-di-Esposito, parso urgente una decina di giorni fa, sembra quasi passato in secondo piano con la promozione di Prati al grado di titolare. Il ragazzo, classe 2003 e un campionato di serie D nel curriculum, si sta dimostrando mediamente affidabile anche se sconta inevitabilmente qualche limite legato all’inesperienza. Non avrà le stesse caratteristiche dell’ex capitano, ma l’attitudine è senz’altro quella giusta. In teoria il suo impiego fa parte della (saggia) strategia rivolta a contribuire a rendere sostenibile il club, anche se qualche altra scelta sembra alimentare delle contraddizioni (se ne parla di seguito).

Va beh, almeno la classifica non peggiora

Rode non aver fatto risultato pieno con l’Ascoli perché una vittoria avrebbe consolidato l’autostima e condotto la SPAL nel gruppone di metà classifica, un pochino più lontano dalle posizioni che valgono i playout (ora a -1). Però gli altri risultati hanno tutto sommato sorriso ai biancazzurri: la 21^ giornata si chiude con un punticino rosicchiato al Brescia (in caduta libera) e un micro-avanzamento su Benevento, Venezia, Perugia e Cosenza. Restano invariate le distanze con Como e Cittadella e solo il Modena s’è staccato un tantino. Venerdì la SPAL andrà a far visita al Cagliari che in casa non perde da ottobre, ma chissà che non ci sia un altro centrale avversario da ringraziare.

Bravi i giovani, ma a gennaio è meglio l’esperienza

L’arrivo di Fetfatzidis (1990) ha già provveduto ad alzare un po’ l’età media di una squadra che finora poteva contare solo su quattro over 30: Pomini (1981), Alfonso (1988), Zuculini (1990), Meccariello (1991) e La Mantia (1991). Se la SPAL dovesse effettivamente mettere sotto contratto Giuseppe Rossi (1987) e addirittura riuscire a convincere Nainggolan (1988) non solo avrebbe l’equivalente di un cast per uno spinoff calcistico di The Expendables ma si ritroverebbe con elementi che ne hanno viste un po’ di tutti i colori nel corso delle rispettive carriere. Acciacchi compresi. Agli allenatori piace dire che l’abbondanza non è un problema, ma De Rossi sembra pensarla diversamente dalla maggioranza dei colleghi. Anche sabato ha rimarcato di non essere del tutto entusiasta di aver a disposizione 26-28 elementi e di avere in mente una configurazione un po’ diversa per la prossima stagione – che comprenderebbe diversi ragazzi del vivaio – ammesso che tocchi ancora a lui sedere in panchina.

 



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