foto Filippo Rubin
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Palermo è il luogo nel quale Massimo Oddo ha detto definitivamente addio al sogno di accedere alla serie B col Padova ed è il luogo nel quale il tecnico spera di ritrovare le energie per mantenervi la SPAL. A tre giornate dalla conclusione non c’è molto altro da fare se non puntare al bersaglio grosso della vittoria in trasferta.

DISPONIBILI/INDISPONIBILI – Il tecnico non avrà a disposizione Arena (squalificato), Nainggolan (lesione muscolare), Dickmann (affaticamento muscolare) e Zanellato (risentimento muscolare). Per avere più scelta Oddo convocherà i giovani Puletto (2004) e Parravicini (2005), altri due elementi chiave della Primavera.

GIOVANI – “Dal punto di vista delle scelte sono sereno perché fortunatamente alla SPAL c’è un grande settore giovanile – ha spiegato Oddo – che conta tanti ragazzi interessanti. Uno l’avevamo già scoperto (Contiliano, ndr) e in futuro credo proprio ce ne saranno altri. Ovviamente può essere complicato mandare in campo un ragazzino in una situazione come la nostra, ma c’è da fare i complimenti ad Andrea Catellani e al resto dello staff perché in carriera raramente ho trovato così tanta scelta. Poi c’è chi è più pronto e chi invece lo è solo in prospettiva. Peraltro in prima squadra c’erano già diversi ragazzi come Peda e Tunjov, a testimonianza del buon lavoro fatto a livello giovanile. Puletto e Parravicini sono entrambi abbastanza eclettici e possono fare più ruoli. Puletto può coprire tutte le posizioni in attacco, ma anche fare la mezzala. Qualche volta l’ho persino provato da esterno a cinque. Anche Parravicini si adatta bene a più ruoli a centrocampo. Ma più in generale questi ragazzi possono fare tutto perché hanno diciott’anni. Li metti dentro e corrono, devono fare soprattutto quello. Se ho bisogno di loro so che mi danno tutto. Gli stimoli vengono da soli in situazioni del genere: fai il debutto in B a Palermo davanti a ventimila spettatori…“.

RISULTATO – “Ovviamente dovremo fare di tutto per vincerla. La partita l’abbiamo preparata bene, come del resto abbiamo sempre fatto in questi mesi. Siamo pronti per la battaglia, consapevoli che abbiamo bisogno di tanti punti da qui alla fine“.

DIFESA – “Di recente abbiamo segnato un bel po’ di gol, di sicuro qualcuno in più rispetto a quanto accadeva prima. Il problema semmai sta nei gol al passivo. Basterebbe farne uno a partita per vincere, vorrebbe dire non subirne. Purtroppo questo è un problema che c’è stato fin dall’inizio. Da quando sono alla SPAL abbiamo fatto solo una partita a porta inviolata ed è il dato che secondo me stona di più. Se fossimo in grado di migliorare sotto questo punto di vista ci sarebbe anche una percezione un po’ diversa del nostro rendimento in attacco. Che non dipende dal numero di punte schierate, ma dall’atteggiamento generale, dalla forza disponibile, da come si oppongono gli avversari“.

RABBIA – “Più che amarezza c’è stata rabbia per quello che è successo nel finale di partita col Perugia. Perché se prendi un gol come quello del 2-2 col Brescia è colpa tua, ma se ti tolgono un gol regolare non dipende minimamente da te. Avevamo portato a casa una partita tra mille difficoltà e invece ci è stata negata. Va da sé che noi siamo i primi a sbagliare qualcosa e può capitare anche agli arbitri. Purtroppo in questa settimana abbiamo pagato l’errore di qualcun altro e non ci possiamo fare molto. Dobbiamo comunque tenerci in mente che se siamo dove siamo non è per un gol cancellato, ma perché ci sono nostre responsabilità. Ora rimangono tre partite e dobbiamo fare il massimo possibile. Nel corso della settimana non ho visto ricadute negative: la squadra, con tutti i suoi problemi, sta complessivamente bene e ci crede. Io ci credo, tutto l’ambiente ci crede. Nulla è perduto: ci sono ancora grandi possibilità, anche se è difficile. Ma le stesse difficoltà le hanno anche le altre. Certo, noi partiamo con uno svantaggio, ma resto dell’idea che una rimonta sia fattibile. Niente ci vieta di fantasticare sulla possibilità di fare 7 o 9 punti“.

RINCORSA – “Non sono molto d’accordo con Alfonso (sorride, ndr). Sinceramente preferirei farmi rincorrere dagli altri, vorrebbe dire che sono davanti. Ma a parte questo io sono sereno, davvero. Lo sono perché vedo che i ragazzi ci credono e danno tutto. Quello che io posso chiedere loro è di allenarsi bene e di dare tutto in partita e finora l’hanno fatto, pur con tutti i limiti che conosciamo. Ultimamente c’è stato da lottare e i ragazzi hanno lottato per cercare di arrivare a un obiettivo quasi impossibile per quelle che sono state le problematiche della stagione. Anche contro il Perugia siamo riusciti a lottare fino alla fine mettendo in campo giocatori di grandissima qualità come Pepito (Giuseppe Rossi, ndr) che se avesse la condizione per giocare novanta minuti sarebbe il capitano di questa squadra. Domenica scorsa gli ho visto fare una rincorsa fino alla nostra area a testimonianza dello spirito che ci mette. Qualcosa che tutti quanti condividono all’interno del gruppo“.

LA MANTIA – “Andrebbe chiesto a lui come si sente. Io non posso fare altro che allenare lui e tutti gli altri e torno a dire che durante la settimana non trovo ragioni per lamentarmi della disponibilità che ricevo. Poi la partita è una storia a sé perché subentrano altri elementi: la tensione, il peso della partita, l’ambiente… quindi si fa fatica a valutare. Un allenatore deve guardare alle prestazioni per fare delle scelte, ma non ci sono solo quelle a pesare sulle decisioni. Andrea nelle ultime non sta facendo grandissime cose, ma c’è sempre la speranza che possa avere un momento di rivalsa. Poi ci sono tante altre considerazioni, ma eviterei di farle ora. Di certo c’è che domani ci sarà bisogno di impegno, corsa, lotta e voglia di dare battaglia. Quelli che andranno in campo hanno più predisposizione naturale alla guerra. Poi ci sono i cambi, ammesso che io riesca a farli per scelta e non per costrizione (ride, ndr)”.

TACOPINA – “Col presidente ci si sente abbastanza regolarmente, ma non mi pare il caso di dire di cosa parliamo. Lui rimane molto coinvolto e vuole sempre sapere tutto. Da me e dai dirigenti. Penso sia normale avere un confronto continuo. Il suo morale non può certo essere alle stelle e vive questo periodo in maniera un po’ differente dal nostro per via della lontananza“.

 

IPOTESI DI FORMAZIONE (4231): Alfonso; Fiordaliso, Varnier, Meccariello, Tripaldelli (Celia); Contiliano, Prati; Fetfatzidis, Puletto, Maistro; Moncini.



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