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La sconfitta della SPAL a Palermo non ha fatto altro che accentuare la sensazione di un’incombente e rovinosa retrocessione in serie C. Uno scenario che Joe Tacopina non aveva voluto neanche lontanamente prendere in considerazione a febbraio, ma che presto potrebbe materializzarsi imponendogli di dare delle risposte chiare sulle prospettive future del club.

Il livello di popolarità del presidente è inevitabilmente sceso ai minimi storici, spinto verso il basso anche (ma non esclusivamente) dalla sua prolungata assenza da Ferrara. Da quando Tacopina è entrato nella squadra di avvocati di Donald Trump – peraltro con un ruolo di primo piano – le sue apparizioni in città si sono rarefatte: nel 2023 ha assistito a sei partite su diciassette, di cui una sola (SPAL-Brescia 2-2) nel mese di aprile. Colpa, si fa per dire, dei guai giudiziari dell’ex presidente statunitense che hanno portato Tacopina non solo a lavorare giorno e notte sui documenti, ma anche a un’intensa presenza mediatica tra fine marzo e inizio aprile, quando Trump è stato incriminato da un giudice di New York in relazione ad alcune irregolarità di natura contabile nel contesto della campagna elettorale del 2016 che lo portò alla Casa Bianca. Il processo – ammesso che si faccia – inizierà verosimilmente all’inizio del 2024 e per ora è in corso una faticosa fase di studio delle carte da parte della squadra legale di Trump.

Non solo: dallo scorso 25 aprile è in corso un altro procedimento giudiziario che vede Trump accusato di un’aggressione di tipo sessuale – avvenuta a metà anni Novanta – nei confronti della giornalista e scrittrice Elizabeth Jean Carroll. Si tratta di un cosiddetto “civil case“, quindi in caso di sconfitta in aula Trump dovrebbe risarcire la sua accusatrice, che nel frattempo lo ha anche citato per diffamazione. Stando a persone con conoscenza diretta dei fatti, Tacopina aveva messo in preventivo di trattenersi a New York per almeno quindici giorni. Effettivamente il dibattimento è arrivato alla seconda settimana e all’interno di questa finestra temporale non vi era la minima possibilità di organizzare un viaggio in Italia. Ne ha parlato indirettamente lo stesso Tacopina in uno dei suoi numerosi interventi all’interno del programma radiofonico “Sid and Friends in the morning” su 77WABC condotto dall’amico d’infanzia Sidney Rosenberg: “Stare in tribunale per una settimana intera per questo caso è l’equivalente di fare dodici round di boxe con Mike Tyson. Ma sono ottimista sull’esito finale. Ho in programma di tornare in Europa appena il processo sarà terminato perché nel frattempo sono anche diventato nonno grazie a mia figlia Morgan che vive a Londra“.

La stampa americana riporta come lunedì 8 maggio siano programmati i “closing arguments” (le arringhe finali) da parte dei rispettivi avvocati di fronte al giudice Lewis Kaplan. Quindi martedì 9 la giuria verrà chiamata a decidere sul caso, ma al momento non è chiaro quanto tempo impiegherà per emettere il suo verdetto. Per questo dalle parti del centro sportivo “G.B. Fabbri” diversi dicono di aspettarsi la presenza di Tacopina in occasione di SPAL-Parma del 13 maggio, ma al tempo stesso di non avere alcuna certezza in merito.

Le ultime dichiarazioni di Tacopina sulla situazione della SPAL rimangono quelle dello scorso 11 aprile a ItaSportPress, a margine della vittoria di Benevento che sembrava aver rimesso in carreggiata la squadra. Nel resto del tempo è toccato a Massimo Oddo e ad alcuni giocatori parlare dell’attualità. La dirigenza (o quello che ne resta)? In religioso silenzio in attesa del rientro del grande capo.

Comunque vada la stagione il presidente dovrà tornare sulla ribalta come minimo per delineare una prospettiva futura per il club. L’opinione pubblica non solo chiede un’assunzione di responsabilità per i tanti errori che hanno contraddistinto la stagione ma soprattutto vorrebbe capire se Tacopina è disposto a rilanciare a fronte di un percorso completamente diverso da quello che aveva immaginato al momento del suo insediamento. I propositi di raggiungere di playoff, mantenuti intatti fino a fine gennaio, si sono trasformati in una preoccupante discesa che può avere conseguenze molto pesanti anche per i conti societari. Su uno degli avambracci di Joe c’è tatuata una frase: “I’m from the ‘ville. Never ran, never will” (trad.: Vengo da Brownsville, non sono mai scappato e mai lo farò). Un manifesto personale che si spera sia di buon auspicio per una reazione ponderata e convincente a questa stagione disgraziata.



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