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È ormai trascorso un mese dall’ultima apparizione di Joe Tacopina a Ferrara: il presidente della SPAL era salito su un aereo diretto negli Stati Uniti all’indomani della vittoriosa partita col Cittadella, peraltro assicurando che il peggio era passato, e ora si ritrova alle prese con una classifica quasi compromessa e una curva che ha chiesto esplicitamente “Tacopina dov’è?” dopo il deludente pareggio contro la Ternana.

L’avvocato aveva originariamente messo in preventivo di rientrare in Italia subito dopo Pasqua (approssimativamente tra il 10 e il 12 aprile) e al momento non è chiaro se questo proposito verrà effettivamente rispettato vista l’incriminazione di Donald Trump, ovvero il suo cliente più in vista. Martedì Tacopina sarà al fianco dell’ex presidente statunitense in quello che sarà un evento storico: Trump infatti dovrà comparire in stato di fermo di fronte al giudice Juan Merchan per apprendere nel dettaglio di quali crimini è accusato, anche se è chiaro fin da ora che si tratta di violazioni della legge connesse a uno scandalo di tipo sessuale risalente a diversi anni fa. Ma solo dopo il passaggio in tribunale sarà chiaro quanto lavoro attenderà il team legale di Trump. Secondo il New York Times i tempi potrebbero comunque essere lunghissimi e non sarebbe da considerare sorprendente che la questione possa trascinarsi dai 9 ai 12 mesi, arrivando a ridosso delle prossime elezioni presidenziali.

Insomma rischia d’esserci davvero parecchio lavoro in vista per Tacopina. Che da ormai un paio di settimane a questa parte è passato dall’essere un avvocato molto noto soprattutto dalle parti di New York e sporadicamente menzionato nei media nazionali a una presenza fissa su network televisivi, radiofonici e periodici di ogni ordine e grado, con gli oneri e gli onori che inevitabilmente ne conseguono.

Il volume delle ricerche su Google del termine “Joe Tacopina”, registrato nell’ultimo mese tra gli utenti residenti negli USA – via Google Trends

Nei giorni che hanno preceduto l’incriminazione di Trump, Tacopina è stato intervistato a più riprese riguardo le indagini che coinvolgevano il suo cliente e dallo scorso 30 marzo si è ritrovato costantemente esposto sui media e sui social con picchi di 5-6 apparizioni quotidiane, attirando anche qualche qualche critica per comportamenti non proprio composti e finendo con l’essere bersaglio delle battute dei principali conduttori dei più famosi talk show serali, da Jimmy Kimmel a Stephen Colbert. Si è ritrovato anche al centro di diversi attacchi, fatti anche di insulti, lanciati da Michael Cohen, ex avvocato di Trump e ora suo principale accusatore nel caso che può portare a processo l’attuale leader del Partito Repubblicano.

In compenso, soprattutto dopo il 30 marzo, Tacopina è diventato una figura piuttosto popolare e apprezzata tra i sostenitori di Trump, tanto da essere apertamente applaudito e incitato durante una sua ospitata su Fox News (emittente notoriamente schierata a favore dei repubblicani) all’interno del programma condotto da Sean Hannity. Anche se non sembrano mancare zone d’ombra, come d’altra parte accade spesso in questi casi. Un articolo sull’edizione online statunitense della rivista Rolling Stone, pubblicato il 2 aprile e diffuso con veemenza dai detrattori di Trump (Cohen compreso), riporta presunte frizioni all’interno della squadra di professionisti in campo legale che assistono l’ex presidente, arrivando a menzionare fonti anonime che avrebbero  definito Tacopina “scemo“, “chiacchierone” e “un completo idiota“.

Gli autori del pezzo (Victoria Bekiempis, Adam Rawnsley, Asawin Suebsaeng) hanno dato a Tacopina la possibilità di replicare: “Quando qualcuno parla in forma anonima significa che ci sono di mezzo gelosia e codardia. Chiunque guardi i miei trascorsi e i risultati che ho ottenuto nella mia attività professionale non può criticare seriamente il mio operato e la mia intelligenza. Quello che sono riuscito a fare è documentato e se si vuole scrivere un articolo onesto e completo bisognerebbe interpellare i miei ex clienti anziché citare persone anonime che sono gelose di non essere scelte per casi come questi o altri di alto profilo di cui mi sono occupato. Costruire articoli su queste fonti anonime toglie credibilità al lavoro giornalistico e alimenta dubbi sulla credibilità delle fonti stesse“.

Il profilo tratteggiato da Rolling Stone, al di là delle schermaglie tra Tacopina e i suoi critici, aiuta a inquadrare un po’ meglio il presidente della SPAL nel suo contesto naturale e a capire perché Donald Trump l’ha voluto al fianco di Susan Necheles, un altro peso massimo in campo legale dalle parti di New York: “La squadra composta da Necheles e Tacopina – spiegano gli autori – combina competenze e attitudini complementari. La prima eccelle negli aspetti teorici del diritto penale ed è considerata un’intellettuale, mentre Tacopina sa come convincere le giurie, parlando ai suoi componenti in maniera molto semplice e chiara da comprendere. Non si tratta di uno studioso del diritto, quanto piuttosto di un eccellente comunicatore. Non è necessariamente un male, perché non ci sono molti avvocati in grado di avere questo tipo di qualità“. La stessa Necheles ha elogiato Tacopina: “Joe è un avvocato determinato e combattivo che sa sempre essere un formidabile antagonista nei tribunali“.

Alcuni componenti della comunità legale newyorkese – prosegue l’articolo – descrivono Tacopina come un avvocato tenace: ‘Non molla mai e non ha certo paura del conflitto’, dichiara Stacey Richman, un’avvocata veterana che in passato ha rappresentato clienti di altissimo profilo. Tacopina non è certo nuovo all’esposizione mediatica. In passato ha difeso personaggi illustri come il rapper Meek Mill e la leggenda del baseball Alex Rodriguez e ha ottenuto successi considerati complicatissimi da realizzare”.

Stando a quanto riporta il New York Times, Trump sta apprezzando la natura combattiva di Tacopina: “L’avvocato – scrive Maggie Haberman – ha difeso in maniera piuttosto aggressiva l’ex presidente nelle sue apparizioni televisive e alcuni dei consiglieri di Trump si sono lamentati privatamente di questo atteggiamento, sottolineando come sia controproducente per gli interessi di Trump stesso. Da parte sua Trump, che sta costantemente mettendo mano alla sua squadra di legali, ha detto a più persone di considerare Tacopina un lottatore“.

Verosimilmente gli eventi in corso stanno monopolizzando (o quasi) l’attenzione di Tacopina, anche se chi ha contatti abituali col presidente garantisce che da parte sua il livello di coinvolgimento nelle vicende della SPAL rimanga invariato. Tanto che già nelle ore immediatamente successive alla partita contro la Ternana ci sarebbe stato un punto della situazione sull’asse New York-Ferrara, vista soprattutto la necessità di “spiegare” la prestazione fatta vedere dai biancazzurri. Peraltro dalle parti del centro sportivo G.B. Fabbri non trovano riscontro le tesi sulla “società assente”, considerato soprattutto il corposo organigramma che ha il compito di occuparsi della quotidianità del club.

Restano invece gli interrogativi attorno ai risvolti dell’ormai famigerata “stupid questionposta al presidente nel giorno della presentazione di Massimo Oddo. Anche con 21 punti ancora a disposizione è ormai chiaro come pubblico e addetti ai lavori si aspettino una rassicurazione di qualche genere sui piani per il futuro, soprattutto se si dovesse materializzare un’amara e inaspettata retrocessione. Qualcosa che a 13 turni dal termine del campionato sembrava oggettivamente prematuro, ma che potrebbe diventare di stretta attualità al momento del prossimo rientro nell’ufficio di via Copparo.



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