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In attesa di un’analisi approfondita, che richiede il giusto tempo per evitare sgradevoli decontestualizzazioni, riassumiamo i dieci concetti chiave del bilancio della SPAL per la stagione sportiva 2022/2023, terminata a livello sportivo con la retrocessione dalla serie B alla serie C. Il bilancio fotografa gli eventi societari che vanno dall’1 luglio 2022 al 30 giugno 2023.

Breve premessa, ma importante: salvo rare eccezioni, non faremo paragoni con l’ultimo bilancio pubblicato (che comprendeva il periodo dal 1 gennaio al 30 giugno 2022) perché era un bilancio semestrale di transizione, che serviva a passare dal bilancio ad anno solare voluto dalla gestione Colombarini a quello che segue la stagione calcistica. Di conseguenza, reputiamo fuorviante paragonare sei mesi di gestione con dodici mesi. Detto questo:

1) I conti vanno male, ma Tacopina continua a versare milioni
La SPAL, che al termine dello scorso periodo di bilancio aveva chiuso con un pesante rosso di 8,2 milioni (su 6 mesi), nei fatti ha peggiorato ulteriormente il proprio risultato di esercizio, passando a un rosso di 13,9 milioni. La SPAL ha avuto ricavi per 23,6 milioni e costi per 36,6. Se facciamo un paragone con l’ultimo bilancio di dodici mesi (2021), i ricavi erano stati 36,6 milioni (comprensivi di una parte di quei 22,5 milioni di paracadute per la retrocessione dalla serie A) e i costi 58,4 milioni, che insieme generarono un rosso di oltre 20 milioni.

2) Questo rosso in bilancio ha eroso (ancora una volta) lo stato patrimoniale
Il patrimonio netto, alla chiusura dell’esercizio, è pari a -1,4 milioni. Ma cosa vuol dire esattamente? Vuol dire che per non incorrere nella liquidazione giudiziaria qualcuno deve mettere soldi, tra versamenti in conto capitale e versamenti a copertura perdite. Lo ha fatto – ancora una volta – Joe Tacopina, che nei dodici mesi presi in esame ci ha messo 13,8 milioni di tasca sua (e dei suoi partner). La cifra è risultata comunque inferiore ai 13,9 milioni di rosso e questo ha generato il risultato negativo finale ma, da quanto si legge nella relazione inclusa con i conti, Tacopina è intervenuto con altri soldi a esercizio chiuso. In particolare con un finanziamento infruttifero postergato di 1,3 milioni (20/06/2023), con un altro di 307.000 (a luglio) e infine ha rinunciato al rimborso del finanziamento infruttifero postergato per complessivi 1,6 milioni (17/11/2023), due mesi dopo i fischi incassati durante SPAL-Lucchese. Per i non ferrati in economia: un finanziamento infruttifero postergato è un tipo di prestito in cui il prestatore (Tacopina) non richiede interessi sul denaro prestato e, inoltre, accorda al debitore (SPAL) un periodo di tempo prima di iniziare a restituire il prestito.

3) Come fanno i ricavi a essere in miglioramento
I ricavi sono stati 23,6 milioni a fronte dei 15,7 del semestre precedente. Tra i principali ricavi ci sono i proventi da diritti televisivi (2,3 milioni), da pubblicità e sponsorizzazioni (3,8 milioni), quelli per incassi delle gare ovvero “abbonamenti e botteghino” (1,7 milioni) e quelli dalla gestione calciatori (4,1 milioni). I contributi della Lega (Legge Melandri) sono stati di circa 7,2 milioni mentre il calciomercato ha generato una plusvalenza di 2,5 milioni (nel semestre 2022 le plusvalenze della sessione di mercato erano state 3,9 milioni).

4) Costi ancora alti, ma quali e perché?
I costi operativi sostenuti nell’esercizio annuale, chiuso al 30/06/2023, ammontano a 36,6 milioni. La voce più determinante è quella denominata “Spese per giocatori e personale”, che comprende principalmente gli stipendi. Hanno senz’altro pesato i tre allenatori in prima squadra (con relativi staff) e un’area tecnica composta da quattro professionisti (Lupo, Ortoli, Donatelli, Pizzoli). La parte più rilevante ovviamente è quella che riguardava tanti contratti pesanti non smaltiti (tra i quali quello di Nainggolan). Nella stessa relazione allegata al bilancio è indicato come obiettivo “la prosecuzione della politica di riduzione dei costi con particolare attenzione agli stipendi dei calciatori, così come avvenuto nel precedente esercizio”.

5) Cessioni dei giocatori: l’intera plusvalenza (2,5 milioni) arriva grazie a Esposito
La SPAL dichiara di aver registrato plusvalenze dalle cessioni di:

  • Vicari (Bari/Cessione a titolo definitivo per 100.000 euro), plusvalenza di € 3.012;
  • Csinger (FK Dac/ Cessione a titolo definitivo per 69.000 euro), plusvalenza di € 54.168;
  • Abdalla (Udinese/Cessione a titolo definitivo per 15.000 euro), plusvalenza di € 905;
  • Di Francesco (Lecce/Cessione a titolo definitivo per 200.000 euro), nessuna plusvalenza.
  • Esposito (Spezia/Cessione a titolo definitivo per 2.5 milioni di euro), plusvalenza di 2.5 milioni.

Non c’è scritto nulla a proposito di eventuali minusvalenze, mentre si legge che nell’esercizio sono stati ceduti gratuitamente a titolo definitivo cinque calciatori il cui valore contabile risultava nullo. Inoltre, si rende noto che successivamente alla chiusura dell’esercizio è avvenuta la cessione al Cagliari di Prati, che ha generato una plusvalenza di 4,9 milioni che verrà inserita nel prossimo bilancio (30 giugno 2024). Altri possibili effetti positivi sul bilancio futuro potrebbero derivare dalla percentuale sulla cessione di Igor al Brighton in arrivo dalla Fiorentina e dalla cessione di Peda al Palermo, oltre che da quelle dei giovani ex Primavera e Under 18 ceduti principalmente al Torino nella sessione estiva 2023.

6) Acquisti: La Mantia e Maistro i più costosi
I giocatori che la SPAL ha acquistato da altre società sono stati, in ordine: La Mantia (Empoli/€ 900.000), Maistro (Lazio/€ 500.000), Arena (Monopoli/€ 220.000), Moncini (Benevento/€ 100.000), Fetfatzidis (Al-Sailiya/€ 75.000), Prati (Ravenna/€ 55.000), Dumbravanu (Genoa/€ 31.200), Desiderato (Piacenza/€ 15.000), Tosi (Pontedera/€ 13.500) e Rocco (Napoli/€ 5.000). In aggiunta, l’inserimento in prima squadra del prodotto del vivaio Puletto ha avuto un costo capitalizzato di € 10.000. Quello della capitalizzazione dei giocatori delle giovanili è un tema molto dibattuto. Di base, quando un giocatore delle giovanili passa in prima squadra tutti i costi relativi alla sua formazione possono essere capitalizzati nel bilancio. Questo significa che tutte le spese fatte per Puletto negli anni (es. allenamenti, visite mediche etc.) sono state scritte a bilancio come un investimento fatto dalla società per far sì che il ragazzo arrivasse a vestire la maglia della prima squadra. Questo concretamente fa sì che il valore del giocatore diventi un asset tra quelli che compongono il patrimonio netto della SPAL.

7) Debiti e indice di liquidità
La SPAL ha ridotti i debiti, e di parecchio. Ne parleremo più nel dettaglio, ma per ora si può dire che questi sono scesi da 51 milioni scritti al 30/06/2022 a 35 milioni al 30/06/2023. Per quanto riguarda gli indici, l’indicatore di liquidità – inteso come rapporto tra le attività correnti e le passività correnti – assume, infatti, il valore di 0,5. È l’indicatore più importante per la Lega (“prima si vende e poi si compra”), che tre anni fa aveva paralizzato il mercato in entrata dei biancazzurri. Il parametro fissato per la serie B è di 0,7 e quindi la SPAL era leggermente sotto la soglia. Per quanto riguarda l’indice del costo del lavoro allargato – inteso come rapporto tra i costi del personale (comprensivo degli ammortamenti insistente sui diritti alle prestazioni sportive dei calciatori) ed i ricavi, questo ha valore di 0,9, quindi superiore alla soglia di 0,8 della Lega.

8) Continuano gli investimenti nelle infrastrutture
Nel corso dell’esercizio sono stati effettuati ulteriori lavori allo Stadio Paolo Mazza per complessivi € 222.594. Altri investimenti infrastrutturali sono stati fatti per il Centro Sportivo “G.B. Fabbri” (€ 62.765), per il convitto di via Fabbri (€ 243.982), per lo SPAL Store di via Mazzini (€101.002) e per l’acquisto dal Comune di Ferrara del centro sportivo di Malborghetto di Boara, il cui costo è stato capitalizzato per complessivi € 433.990.

9) Cos’è questa TACOLLANO Holdings che ogni tanto compare nelle pagine del bilancio?
Quest’anno oltre che all’ormai famosa TIFI (Tacopina Italian Football Investment srl) che ha sede a Venezia ed era servita a Tacopina per gestire anche gli affari del club lagunare, nel bilancio compare per la prima volta la TACOLLANO HOLDINGS LLC, che ha contribuito ai versamenti in conto capitale. È una società con sede nello stato americano del Delaware, dove le regole fiscali sono mediamente favorevoli. Non a caso lì hanno sede anche altre holding che controllano club italiani come quelle di Fiorentina, Bologna, Milan e diverse altre.

10) Conclusioni preliminari
La SPAL è stata abile ad aumentare i ricavi, ma non si può dire altrettanto per il controllo dei costi: lì si è andati in direzione opposta rispetto alla politica di riduzione degli ingaggi che si era fissata inizialmente e molto dipende dagli eventi della disgraziata stagione 2022/2023. Gli indici per fare mercato restano discreti, ma la spesa per giocatori e allenatori è stata davvero assurda. Ridotta questa voce la SPAL potrebbe tornare ad avere un bilancio quanto meno sostenibile, anche se resta un’incognita l’effettivo impatto della retrocessione in serie C con minori introiti da diritti tv, botteghino e probabilmente anche area commerciale. Questa ha imposto a Tacopina di sobbarcarsi altre spese e di prevederne altre a medio termine. Dal momento del suo arrivo l’avvocato ha messo a disposizione capitali per quasi 30 milioni di euro. Una cifra enorme, soprattutto se messa in rapporti ai risultati ottenuti.



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